”Trecento nuove tessere in più rispetto a quelle certificate dai verbali”. Questa è l’accusa, alla base dell’esposto inviato ieri dagli avvocati D’Agostino e Venuti alle commissioni di garanzia regionale e nazionale del Partito democratico. C’è un caso Viterbo, dunque, che si aggiunge alle beghe simili già registrate dal Pd in Sicilia. Il tutto, ovviamente, da dimostrare nelle sedi deputate, e magari anche a livello di giustizia ordinaria, dove non si esclude di approdare qualora gli organi dem non dovessero intervenire con prontezza.
I fatti si riferiscono all’ultima campagna di tesseramento, chiusa esattamente una settimana fa e che ha visto fuori dal circolo di Viterbo città, lunghissime file di nuovi adepti ”smaniosi” di iscriversi al partito. Secondo alcuni iscritti al partito autori dell’esposto, quelle trecento tessere circa in più inserite sulla piattaforma web che da anni registra i tesseramenti non avrebbero riscontro nei verbali redatti dall’ufficio adesione ogni giorno, alla chiusura del circolo. Soprattutto perché le richieste di tesseramento sarebbero avvenute (ancora il doveroso condizionale) alla presenza del segretario del circolo unico Carlo Mancini e dell’ufficio adesioni interno al circolo stesso.