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Il Popolo delle felpe al fianco di Pirozzi

Nasce un movimento spontaneo per convincerlo a ritirare le dimissioni da sindaco

La mitica felpa indossata da Sergio Pirozzi

La mitica felpa indossata da Sergio Pirozzi

Per dimettersi ha scelto il 25 gennaio, giorno del suo cinquantunesimo compleanno: Sergio Pirozzi lascia la carica di sindaco di Amatrice. Ora, secondo quanto prescrive la legge, ha venti giorni di tempo per la decisione definitiva. Innanzitutto, le motivazioni. L’allenatore del Trastevere (ed ex di Viterbese e Sorianese) è amareggiato per un esposto presentato dai consiglieri di minoranza, relativo alle cucine della nuova scuola alberghiera, inaugurata peraltro solo qualche giorno prima alla presenza del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. “Questo non è un attacco a me – ha spiegato dalle colonne del Messaggero – questo è uno sfregio a un’intera comunità perché io passo, ma questo progetto resta. Se questi signori erano davvero preoccupati per la sicurezza dei bambini potevano uscire allo scoperto a novembre, quando l’iniziativa fu ufficializzata dalla Regione. Farlo adesso, a mensa e cucine aperte, è una cosa che si commenta da sé”.

E fin qui nulla di inconsueto: son cose che accadono in ogni angolo d’Italia (basta pensare allo spettacolo in scena da tempo al comune di Viterbo dove comunque le dimissioni si annunciano, ma poi non si presentano…). Ma Sergio Pirozzi appartiene ad un categoria di persone (sempre più rara e sempre meno popolata) per le quali anche soltanto un’insinuazione, una semplice ombra sul suo operato costituisce macchia indelebile. L’amarezza resta palpabile, ma al fianco del sindaco Pirozzi è nato un movimento spontaneo che, giro di pochissimo tempo, ha raccolto centinaia di adesioni e non solo nel comune reatino. Il Popolo della Felpa: questo il nome che si è dato il movimento, per ricordare appunto la felpa (“consunta e rattoppata”, come egli stesso l’aveva definita) che indossava di solito il sindaco. Sopra c’era semplicemente scritto “Amatrice”.

“E’ morto lo spirito della felpa”, aveva detto Pirozzi per esprimere delusione e stanchezza, ma il suo popolo evidentemente non ci sta. Il Popolo della Felpa ha aperto un gruppo su facebook che, in pochissime ore, ha già raggiunto centinaia d’iscritti, e lancia i suoi appelli anche su Twitter, con l’hashtag #LaFelpasiamonoi. Sui social tantissime foto di sostenitori con indosso la felpa con la scritta “Amatrice”, e centinaia di messaggi e manifestazioni di affetto all’uomo Pirozzi, oltre che al politico, postate in queste ore da tutta Italia, perché Sergio Pirozzi non è solo l’uomo che ha coltivato e concretizzato il sogno di un’altra Amatrice, ma è anche l’uomo che ha saputo unire in associazione tanti comuni dimenticati, montani e insulari, per rivendicare il loro diritto di esistere. Il riferimento è all’Associazione dei Piccoli (e spesso dimenticati) Comuni che in diverse circostanze ha fatto sentire forte la sua voce. Acquapendente, ad esempio, ne fa parte ed è stata sostenuta nella sua battaglia per difendere l’ospedale dalla paventata chiusura.

“La Felpa siamo noi – si legge su Fb – rappresenta i nostri valori, quelli delle tante battaglie di civiltà portate avanti con successo assieme al nostro sindaco, sempre in difesa dei diritti dei più deboli, di quell’Italia minore in cui le persone scelgono di continuare a vivere nonostante l’isolamento e i disagi, perché vivere lontano dalle grandi città non deve essere considerato un reato. La Felpa racchiude in sè il nostro senso di orgoglio, un angolo d’Italia in fermento, che sta finalmente valorizzando il proprio patrimonio artistico, culturale, gastronomico, naturalistico, che forse non ha eguali, con azzeccate politiche di sviluppo”.

Sergio Pirozzi in versione sindaco di Amatrice

Sergio Pirozzi in versione sindaco di Amatrice

E ancora: “La felpa rappresenta anche le nostre vittorie: pur con tanta fatica, abbiamo saputo difendere il nostro ospedale, il Liceo scientifico, l’Istituto alberghiero. La felpa rappresenta il nostro vanto per essere uno dei Borghi più belli d’Italia, per le percentuali da record nella raccolta differenziata, per il trend positivo nel settore del turismo, per i tanti premi e riconoscimenti ricevuti, per essere diventati sinonimo del fare le cose per bene. La felpa rappresenta una nuova idea di futuro a cui non vogliamo rinunciare, perché una felpa è per sempre e la indossa chi ha deciso di sacrificare un po’ di se stesso per inseguire un sogno”.

Un’autentica dichiarazione d’amore della quale il passionale Sergio Pirozzi non potrà non tener conto nel momento in cui dovrà definitivamente scegliere se confermare le dimissioni o se ritirarle. Toccante l’appello finale: “E allora, tutti noi Felpe che abbiamo conosciuto Sergio Pirozzi, che ci riconosciamo in questi valori e ideali autentici, tutti noi che non siamo disposti a perderlo, uniamoci e facciamogli sentire che lo ‘spirito della Felpa’ è vivo, non si è mai spento, solo così forse potremmo riprenderci il nostro sindaco”.

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