18112024Headline:

I pericoli dell’Islam che non sa integrarsi

D'Arpini: "Non appena prendono il potere, i musulmani non accettano convivenze pacifiche"

L'Islam non accetta di coesistere pacificamente con altre religioni

L’Islam non accetta di coesistere pacificamente con altre religioni

Il modello d’integrazione “possibile” dei musulmani è quello che abbiamo visto attuarsi in India. L’India è stata per millenni, un paese sincretico, in cui tutte le religioni potevano convivere. L’invasione musulmana cambiò la sua storia… I musulmani non volevano “coesistere” volevano imporsi con la forza e con la loro religione e lo fecero talmente bene che ovunque presero il potere politico obbligarono alla conversione le masse, in un modo o nell’altro, ed i risultati li vediamo…

Il Pakistan che fu la terra d’origine del Sanatana Dharma è, oggi, convertito all’islamismo,  la più fiera opponente dell’India e del sincretismo e della coesistenza pacifica. Nessun’altra religione, o cultura,  può esistere pacificamente assieme all’islam, soprattutto quello sunnita,  allorché diviene dominante.

Ma senza andare in India possiamo vedere anche quanto avvenuto in Europa, in quei paesi  balcanici e caucasici conquistati dall’islam e oggi rimasti musulmani, malgrado le loro precedenti radici cristiane. La stessa Bisanzio che fu la capitale dell’ortodossia cristiana d’oriente è oggi la capitale “culturale” dell’islam.  Quindi ho poche speranze che l’auspicata “integrazione” con le masse di  emigranti maomettani possa realizzarsi.

Le alte gerarchie cristiane in Italia ed in Europa fanno di tutto per invogliare l’arrivo di nuovi migranti, li ospitano nelle chiese e nelle parrocchie ed invitano i fedeli a prenderli nelle proprie case ma non mi sembra che alcuni di essi si siano integrati, anzi, chiedono nuove moschee e si mantengono compatti nella loro cultura e religione.  Loro non si integrano siamo noi che “dobbiamo” integrarci…

Ed infatti vediamo che sempre più numerosi sono i nuovi adepti islamici di origine italiana, che diventano tanto fanatici da voler persino andare a combattere gli “infedeli” o gli “eretici” in altre parti del mondo, per poi magari tornare e fare la guerra santa anche qui. E  non manca molto alla “svolta” a giudicare dagli eventi che giornalmente vediamo accadere e nei quali siamo sempre più coinvolti.

Ma attenzione, la mia non è una preoccupazione da “cristiano” ma è la cruda presa di coscienza di un “laico” che sa di non poter sopravvivere in un mondo di fondamentalisti. Noi laici da appena un secolo siamo sfuggiti al fondamentalismo dell’inquisizione cristiana ed ora corriamo il rischio di cadere nelle grinfie di un fondamentalismo anche peggiore….

Paolo D’Arpini

Portavoce European Consumers Tuscia – Calcata 

 

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