Una cosa hanno capito coloro che venerdì scorso hanno partecipato al seminario, svoltosi nella sala conferenze dell’università della Tuscia, sulle energie rinnovabili: che se uno vuole comperare una nuova casa o riqualificare quella che già ha, prima deve studiare bene, mettendocisi di buzzo buono. Giacché, mentre una volta l’immobile si stimava basandosi sui metri quadrati, sulla zona in cui sorgeva, sulle rifiniture interne ed esterne, e via dicendo, adesso è tutto cambiato. Per valere ed avere mercato la casa deve essere smart.
Niente a che vedere ovviamente, con la piccola city car, prodotta da una casa automobilistica tedesca, che ormai da un decennio scorrazza soprattutto nelle grandi metropoli, con grandi vantaggi di parcheggio. Smart (che in inglese vuol dire intelligente) riferito alle abitazioni, significa semplicemente che l’edificio deve essere quanto più autosufficiente possibile dal punto di vista energetico. Ossia, deve consumare poco o addirittura niente, essendo lui stesso in grado di produrre energia, mantenendo un comfort costante per chi ci abita e riducendo sensibilmente i costi di gestione.
Di questo e di tanto altro s’è parlato, come si diceva all’inizio, nel seminario organizzato da quella che oggi è sicuramente la più grande azienda viterbese nel settore edile, quella dei fratelli Orsolini, che aveva come titolo “Dallo smart building alla smart city”. Giacché in tempi di vacche magre (la crisi non è stata ancora superata del tutto) e col territorio che non è infinito (e che quindi bisogna anche salvaguardare), quella della riqualificazione energetica dell’esistente è sicuramente la via maestra da seguire per risollevare un settore in apnea e per risparmiare sull’approvvigionamento energetico che – come tutti sanno – per l’Italia è stato sempre piuttosto oneroso.
Tre docenti universitari – i professori Paolo Verducci (ateneo di Perugia), Umberto Desideri (ateneo di Pisa) e Giampiero Bambagioni (European Real Estate Institute) – e altrettanti esperti di aziende leader nel settore delle soluzioni tecniche, hanno illustrato come si fa (in molte parti del globo terracqueo) e come si dovrebbe fare (anche nella Tuscia) per ottenere allo stesso tempo comfort e risparmio energetico. Passando, grado per grado, proprio dallo smart building (ovvero dall’edificio intelligente) alla smart city (ovvero a un’intera città realizzata seguendo le più moderne tecnologie).
Ed ecco allora che scendono in campo gli ultimi ritrovati della scienza e della tecnica. Che però da soli non bastano, giacché è necessario che l’utente finale cambi i propri comportamenti. Esempio: se d’inverno in casa c’è troppo caldo è sbagliato aprire le finestre. Istallando un semplice termostato ambiente si può ottenere il comfort desiderato e risparmiare energia.
Certo è che oggi le soluzioni tecniche per avere comfort e risparmio abbondano. Ma attenzione: non ce n’è una che sovrasta tutte le altre. Bisogna scegliere caso per caso, a seconda delle caratteristiche dell’edificio e delle abitudini di vita di chi lo abita. Per il riscaldamento ad esempio (voce che incide in maniera consistente sul bilancio familiare), si può risparmiare sia con le caldaie a condensazione di ultima generazione, sia con le innovative pompe di calore, alimentate dalla corrente elettrica.
E qui c’è la vera novità del terzo millennio. Giacché l’Italia ha scoperto improvvisamente che oggi produce molta più energia elettrica rispetto a quanta ne consuma. Ergo, quella che una volta era considerata una fonte di energia estremamente costosa (durante la crisi petrolifera degli anni ’70 fu introdotta la tariffa progressiva, ancora esistente, proprio per limitarne i consumi) oggi sta per diventare quella più conveniente. Infatti, dallo scorso 1 gennaio l’Enel ha avviato la riforma delle tariffe che – nel giro di tre anni – azzererà la progressività tariffaria. Ma già da adesso, a titolo sperimentale, esiste una tariffa costante ad hoc per i possessori di pompe di calore che consente notevoli risparmi.
Ma allora il cittadino cosa deve fare? Semplice. Intanto aggiornarsi per proprio conto (oggi Internet può facilitare molto tale compito) per tentare di capire quali possono essere le soluzioni più idonee al proprio caso. Poi, affidarsi a esperti del settore che abbiano un quadro completo di ciò che oggi la tecnologia può offrire e scegliere di conseguenza.
Una cosa, comunque è certa: una volta (come diceva una vecchia pubblicità televisiva) era il metano che ti dava una mano. Oggi non più. Perché, “se vuoi risparmià, devi usà l’elettricità”.