Se ad un giovane d’oggi venisse chiesto quali sono i suoi maggiori interessi, di sicuro, fra le diverse risposte, figurerebbe la voce ”viaggiare”. Uno spostarsi in continuo incremento – appunto fra i giovani – sempre più in cerca di un orizzonte diverso da quello quotidiano. Uno dei fenomeni catalizzatori di questo continuo desiderio d’avventure, è di sicuro il famoso progetto Erasmus+ (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students).
Il programma, partito nel 1987, dà la possibilità ad uno studente universitario europeo, di trascorrere un periodo di studi (o di tirocinio) in una università straniera (in Europa), per un periodo dai 3 ai 12 mesi, di solito della durata di un semestre. Gli studenti, oltre a beneficare di tutti i servizi dall’ateneo ospitante, ricevono generalmente anche un contributo finanziario da parte dell’Unione Europea determinato in base a diversi criteri.
Il programma, così denominato in onore del noto umanista olandese Erasmo da Rotterdam, è presente in quasi tutti gli atenei d’Italia e sono in molti gli universitari che ogni anno cercano di strappare una borsa per un semestre all’estero, soprattutto per l’appeal che essa suscita nel curriculum vitae: i giovani in movimento hanno un tasso di disoccupazione del 23%, circa la metà dei loro coetanei che non hanno messo mai piede fuori dal proprio paese per formarsi (come ha spiegato il Sole 24 Ore). Fra questi vi sono anche quelli dell’università della Tuscia, che ogni semestre partono per destinazioni diverse. Viterbonews24 ha ripreso alcuni dati dell’ateneo viterbese per analizzare in fenomeno degli studenti in entrata e quelli in uscita.