Tre anni fa era uno sconosciuto, oggi un’autentica star. La platea, affollatissima, lo accoglie con un boato; Alessandro Di Battista è un beniamino del popolo cinquestelle. Lui, originario di Civita Castellana, è diventato uno dei leader di caratura nazionale del Movimento grillino, anche come possibile candidato a sindaco di Roma, anche se continua a non pensarci (“Devo completare il mio mandato in parlamento”), anche se la base potrebbe candidarlo a furor di popolo e con ottime probabilità di andare almeno al ballottaggio. L’appuntamento è della freddissima sala dell’ex tribunale in Piazza Fontana Grande. “Ma noi – ci scherza su – non abbiamo i mezzi perché i rimborsi elettorali non li abbiamo mai presi e sono 42 milioni di euro. Ci avrebbero fatto comodo? Sicuramente sì, ma abbiamo scelto un’altra strada: fra la nostra convenienza e quella dei cittadini, abbiamo deciso e continueremo ad optare per la seconda ipotesi. E quindi eccoci a -25° e con un’amplificazione che non è proprio degna di un concerto dei Rolling Stones…”.
L’occasione del ritorno a Viterbo è offerta da un incontro che ha per tema il cosiddetto decreto “salva-banche”, che i cinquestelle preferiscono definire “truffa-risparmiatori”. Ne parla a lungo un altro parlamentare Daniele Pesco che definisce l’operazione “un autentico esproprio da parte di Banca d’Italia e governo ai danni dei risparmiatori e degli azionisti che sono rimasti con un pugno di mosche in mano”. “Ma vi sembra normale – si chiede – che a curare la cessione delle 4 banche coinvolte sia stato chiamato un signore che si chiama Bini Smaghi il quale, per caso, è uno che collabora con una società che ha rilevato una parte delle sofferenze di Banca Etruria?”. “Un istituto di credito – aggiunge la consigliere regionale Silvana Denicolò – fortemente presente nel nostro territorio. Proprio per questo abbiamo presentato un ordine del giorno in consiglio che impegna la Regione a costituirsi parte civile in tutti i processi di natura penale”.
L’altra consigliera regionale Silvia Blasi, tarquiniese, guida l’incontro e concede la parola anche a due rappresentanti del Movimento di Montefiascone e Soriano nel Cimino, due comuni nei quali i grillini presenteranno autonomamente un candidato sindaco. E finalmente tocca ad Alessandro Di Battista che non tradisce le attese e si lancia in un monologo in cui ne ha davvero per tutti. Si parte da Renzi: “Vogliamo dire la verità? Questo governo e questo presidente del Consiglio è una diretta espressione della lobby del petrolio e delle grandi banche europee. Fanno finte riforme come quella del Senato che non sparisce affatto e che sarà composto da non eletti, cioè consiglieri regionali che – come dimostrano le statistiche – rappresentano la parte politica con il maggior numero di indagati”. Il tema è stuzzicante e Di Battista insiste: “L’Italia è un Paese senza sovranità. La nostra moneta vera è il marco, anche se la chiamiamo euro… Ma voi credete davvero che Verdini abbia autonomamente deciso di andare in soccorso di Renzi che al Senato non ha la maggioranza? E’ stato semplicemente Berlusconi a mandarlo in soccorso. Perché il cavaliere sa che quando andremo noi al governo, non so quando ma prima o poi accadrà, per lui saranno dolori”.
Sistemati premier e alleati, tocca al Pd. “E’ incredibile che questo partito debba al Comune di Roma per una sola sede 170mila euro. Ne ho parlato con Orfini e gli ho rimproverato il comportamento scorretto. Mi ha risposto che loro vogliono pagare e che hanno anche scritto al Comune ma non hanno ricevuto risposta. Come se questa fosse una scusante… Intanto paga. Vorrei che vincessimo a Roma proprio per vedere realmente il bilancio. I democratici sono peggio della destra, credetemi. Tu pensi che da uno di sinistra, un erede di Berlinguer, non potrai mai essere fregato: sbagliato. Questi ti fregano, eccome. Ci tolgono i diritti alla casa, alla salute, quelli sociali e se la cavano con i bonus. Che sempre soldi dei cittadini sono. E pretendono pure di essere ringraziati: ma quant’è buono Renzi che dà 80 euro al mese a chi ha uno stipendio basso… E invece dovrebbero essere molti di più perché gli sprechi sono tantissimi. Comunque, sono rimasto fregato anche io: pensate che una volta ho votato anche per Veltroni”.
Ma non è finita qui: “Questi del Pd pensano che la politica sia un lavoro. E che fa un lavoratore? Difende il suo posto. Ma questo non li rende liberi, li rende soggetti ai compromessi, alle pressioni alle lobby, ai finanziatori della campagna elettorale. Noi siamo orgogliosamente diversi: sappiamo che potremo fare al massimo due legislature e poi si torna alla vita normale. Nel frattempo faccio notare che io personalmente ho rinunciato a 179mila di indennità (9mila in più di quanto i democratici devono al Campidoglio…): potevo passare al gruppo misto e me li sarei tenuti tutti in tasca. Ma non è questo che mi interessa: nella vita precedente, ho visto in Africa che cos’è davvero la miseria assoluta… No, non mi faccio fregare più da questa gente che vive di privilegi e che si ingrassa a spese dei cittadini e delle aziende”.
E quei quattro istituti di credito, onorevole? “Una banca non può fallire. Quando va all’aria può dipendere da due fattori: o qualcuno ha rubato e o c’è un disegno sotto. Ma anche tutte e due le cose insieme. A parte che i conti quelle 4 banche non erano affatto peggiori di altre istituzioni bancarie italiane. Ma Bankitalia ha deciso che non potevano più andare avanti e così ha messo su un piatto d’argento la possibilità di metterle in mora. Basta avere un po’ di pazienza e vedere da quali grandi istituti saranno rilevate per capire meglio come e perché si è scelta la strada di privarle della sovranità”.
Inevitabile un passaggio su Viterbo “una città che ovviamente conosco e che apprezzo. Una città che dovrebbe vivere di turismo, di enogastronomia, di cultura, di bellezze naturali e artistiche. E invece? Da Roma a Viterbo cambiano le facce, ma non cambia il sistema”. “Da 50 giorni – ci mette il carico Silvia Blasi – Viterbo è in ostaggio di gruppi di potere che pensano solo a se stessi e a proteggere i propri interessi”. “Che si torni a votare – scandisce il deputato civitonico – senza perdite di tempo e manfrine. Solo chi ha paura di perdere, teme le urne”. E tanto per restare sull’argomento delle amministrazioni locali, Di Battista si toglie una spina: “Avete visto che fine ha fatto tutta la polemica su Quarto? Per settimane non si è parlato d’altro. Ma adesso la cosa è sfumata nel nulla perché noi gli infiltrati li cacciamo, mentre gli altri li promuovono”. Standing ovation.
Nella sala di ingresso c’è una troupe di SkyTg24 per un’intervista in diretta. Alessandro Di Battista, con tanto di militanti incantanti al seguito, ripete gli stessi concetti. Non mana una frecciatina anche ai giornalisti, non quelli della tv satellitare tiene a precisare: “I giornali sono asserviti al potere, perché gli editori (e fra loro ci sono anche le banche) hanno sempre qualcosa da chiedere al governo. E la ottengono quasi sempre”. Il popolo grillino è in delirio, le richieste di selfie si sprecano: se potessero lo candiderebbero a sindaco di Viterbo, altro che Roma…