Stavolta il problema è legato strettamente alla comunicazione. Nel senso: arriva una nota in redazione e sciorina quattro cifre. Dice che la mostra natalizia “La vita silenziosa delle cose” è costata 61mila euro. Che in tutto ha fatto 4564 visitatori. Che solo 763 di questi hanno pagato. E che quindi a fronte della spesa di cui sopra, il Comune ha incassato appena 3800 euro.
Logico, dopo aver letto tali cifre, che si certifichi l’iniziativa come un fallimento assoluto. Anche perché, calcolatrice alla mano, per ogni euro investito sono ritornati 6 miseri centesimi.
Però, c’è un però. Che chiaramente non è specificato in calce. E che si scopre solo chiamando il preposto. Cioè Tonino Delli Iaconi. “Innanzitutto abbiamo speso meno del 2014 – apre così – Non che sia una giustificazione. Ma, analizzando il dato tecnico, con meno soldi non abbiamo spostato opere locali come un anno addietro. Piuttosto abbiamo invece portato quadri di livello mondiale”.
E fin qua ancora si potrebbe storcere il naso. Saranno pure “mondiali”, ma poco son piaciuti. “In realtà le presenze son cresciute – ancora lui – e poi abbiamo aperto un ciclo. Affidandoci a organizzazioni internazionali, ogni anno potremo ospitare una mostra di livello spendendo il giusto. In quanto questo pacchetto sono ‘itineranti'”. Da ciò si deduce che se “La vita silenziosa” non ha fatto il botto, magari nel 2016 si punterà su altro che tirerà di più.
Ma proseguiamo. “Sessantamila euro non son pochi, certo – prosegue – ma andremo calando. Poiché con una fetta del totale ci abbiamo anche comprato diverse infrastrutture, che ora son nostre. E che quindi serviranno ad abbattere i costi nel tempo”.
La cosa comincia a prendere una forma diversa. “Questa è la via – aggiunge – sono convinto che abbiamo imboccato la strada giusta. Che si delinea su due canali, a fronte di una programmazione annuale anticipata. Esposizione internazionale, e parallelamente esposizione locale”.
In che senso? “A marzo inauguriamo ‘900 – sempre Tonino – giù a valle Faul, alla Fondazione Carivit. Una cosa bellissima, 50 tele di grandi autori. E parallelamente alla Pensilina del Sacrario verranno esposti lavori di artisti, viventi e non, di casa. Per le festività natalizie invece si tornerà sul taglio internazionale. Alterneremo sempre i due canali”.
Ultima considerazione, il ticket. Dati i risultati, non era forse meglio fare ad ingresso gratuito? “Non lo è mai – chiude – il biglietto dà valore alle cose. Civita di Bagnoregio ne è un esempio lampante. E poi si parla tanto di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico. Spendere cinque euro, l’equivalente di un pacchetto di sigarette, rappresenta un gesto in questa direzione”.
E bravo Delli Iaconi. La prossima volta, però, certe cose ce le spieghi senza che lo chiamiamo.