Ve lo ricordate l’uovo di Colombo? E’ un aneddoto popolare, diffuso come modo di dire, per designare una soluzione insospettatamente semplice a un problema apparentemente impossibile. La sua origine viene ricondotta a un evento, probabilmente falso, che ebbe per protagonista proprio il navigatore genovese.
Ebbene, dopo il suo ritorno dall’America nel 1493, Cristoforo Colombo fu invitato a una cena in suo onore dal cardinale Mendoza. Qui, alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire la sua impresa dicendo che la scoperta del nuovo mondo non sarebbe stata poi così difficile e che chiunque avrebbe potuto riuscirci se avesse avuto i suoi mezzi. Udito questo, Colombo si indignò, e sfidò i nobili spagnoli in un’impresa altrettanto facile: far stare un uovo dritto sul tavolo. Ognuno di loro fece numerosi tentativi, ma nessuno ci riuscì e rinunciarono all’impresa. Si convinsero che si trattava di un problema insolubile e pregarono Colombo di dimostrare come risolverlo, cosa che lui fece immediatamente: si limitò a praticare una lieve ammaccatura all’estremità dell’uovo, picchiandolo leggermente contro lo spigolo del tavolo. L’uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono, dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose: ”La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto”.
Ora, questa storiella si adatta alla perfezione a quanto sta accadendo – ormai da troppi giorni – a palazzo dei Priori, dove la poltrona del sindaco Leonardo Michelini traballa pericolosamente, in quanto la coalizione di maggioranza assomiglia a un vaso cinese caduto in terra e il Pd è spaccato in due come un tronchetto di legna da ardere appena colpito dall’ascia.