“Ringrazio il Signore quando, ogni volta che vado in giro, vedo una bandiera gialla della Coldiretti. Quella bandiera rappresenta tanta gente che lavora e onora i nostri campi, la nostra terra”. Parole di monsignor Lino Fumagalli, vescovo di Viterbo, che ha presieduto la Giornata del Ringraziamento organizzata dalla Coldiretti del Lazio al santuario romano del Divino Amore. In chiesa oltre duemila persone e tra queste anche una rappresentanza di oltre centocinquanta agricoltori arrivati dalla provincia di Viterbo insieme al presidente e al direttore della Coldiretti provinciale, Mauro Pacifici e Ermanno Mazzetti.
“Negli anni 60/70 abbiamo abbandonato i nostri campi perché soggiogati dal miraggio dell’industria, abbagliati dal boom dell’edilizia. Oggi – commenta il vescovo Fumagalli nella sua omelia – abbiamo riscoperto il valore dell’agricoltura, abbiamo ritrovato il piacere di dedicarci alle nostre produzioni tipiche e alle attività tradizionali del nostro recente passato, creando nuove opportunità di crescita e nuove occasioni di lavoro. Ma ora dobbiamo saper fare rete, dobbiamo imparare a stare insieme, a condividere questo ritrovato percorso perché esso sia duraturo e possa portarci lontano”.
Poi il vescovo ha rivolto un appello alla politica. “Perché la terra torni ad essere strumento per creare benessere a vantaggio di tanti – sottolinea rivolgendosi al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, seduto in prima fila – le istituzioni e la politica debbono garantire alle imprese agricole, almeno in questa fase iniziale, un forte sostegno”.
La cerimonia è stata caratterizzata dalla consegna dei cesti ricolmi delle produzioni tipiche di tutte le province e dalla benedizione dei mezzi agricoli e degli stand del mercato di Campagna Amica allestito nel piazzale del santuario. Alla celebrazione erano presenti, oltre al governatore Zingaretti, anche il nuovo assessore regionale all’agricoltura Carlo Hausmann, il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo, il presidente e il direttore regionale della Federazione del Lazio, David Granieri e Aldo Mattia.