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“Anche gli omosessuali sono buoni genitori”

Oggi alla Biblioteca Comunale di Vignanello incontro su gender, unioni civili e omogenitorialità

famiglie-gayGender, unioni civili e omogenitorialità sono questi gli argomenti scelti dalla Biblioteca Comunale di Vignanello in occasione del consueto incontro mensile con  i suoi frequentatori. La discussione di oggi (17,30), partirà dal libro di Sara Kay, “Genitori G.A.Y.-Good As You” un libro di riflessione ed approfondimento sul tema di essere madre o padri in una società che non permette l’unione tra due persone dello stesso sesso. Nella prima parte gli esperti, un’antropologa, uno psicologo, una sociologa e un giurista intervengono sul tema dell’omogenitorialità e sciolgono stereotipi e pregiudizi vecchi di secoli. Nella seconda parte, la più toccante, padri gay e madri lesbiche raccontano i percorsi che li hanno portati alla consapevolezza: si può essere dei buoni genitori al di là di chi giudica  l’omogenitorialità una scelta egoistica e irresponsabile.

Ospiti del dibattito, organizzato dei volontari della Biblioteca Comunale di Vignanello, saranno lo psicoterapeuta Stefano Scatena, da sempre a sostegno dei diritti della popolazione gay, lesbica e trans, l’avvocato Ilaria di Punzio e Paolo Vanacore autore della fiaba per bambini “Mi batte forte il cuore”. I bambini hanno un linguaggio semplice. Per loro, le parole affetto e amore hanno un’unica connotazione e un unico sapore. Marco ha due papà e per la sua amica Virginia non è assolutamente un problema. Il condizionamento sociale e religioso legato alla morale comune non fa parte del mondo fantastico e ancora libero della fanciullezza e l’autore consegna proprio a loro il compito di analizzare le relazioni amorose.

In questo preciso momento storico poi, si sta combattendo perché le coppie omosessuali possano avere un riconoscimento giuridico. Il famoso Ddl Cirinnà, che chiama tali unioni “formazioni sociali specifiche” fa accapponare la pelle. Pensare che una coppia di due donne o uomini che decidano di vivere e condividere la loro vita non siano già famiglia, è assurdo. Questo è solo l’inizio, a livello giuridico, del riconoscimento dei diritti della popolazione LGBTQI. Si parte da questo disegno di legge ma si punta sempre e comunque al matrimonio egualitario.Gli omosessuali non hanno niente di più o di meno degli eterosessuali. Sono persone, cittadini e i diritti devono essere uguali per tutti.

Per quanto riguarda poi l’articolo 5, del suddetto disegno di legge, la famosa stepchild adoption, ribadiamo che questa non ha nulla a che fare con la possibilità di una coppia gay di adottare un bambino o di legalizzare un utero in affitto. La stepchild adopition prevede, solamente, che la coppia gay o lesbica possa adottare il figlio già avuto da uno dei due componenti in una precedente relazione. Questa è una tutela che la legge prevede nei confronti dei bambini che già vivono in famiglie formate da genitori dello stesso sesso. Per le coppie eterosessuali l’adozione del figlio del coniuge già è prevista da diversi anni e mai a nessuno è venuto in mente di dire che chi ha cresciuto un figlio, biologicamente non suo, all’interno di un matrimonio, non debba essere riconosciuto come padre o madre.

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