21036. No, non è un errore, nemmeno un codice di avviamento postale e neppure è lecito immaginare che qualcuno sia impazzito e cominci a dare i numeri. Innanzitutto, si sta parlando di euri: dunque, 21036 è una somma. E a che si riferisce, di grazia? A Talete, of course. Ed è il passivo con cui si chiude il bilancio 2014 dopo che quello precedente, presentato dal passato consiglio di amministrazione non era stato approvato dall’assemblea dei soci, provocando le dimissioni del presidente Bonori e degli altri due membri del cda. Tanto per restare sempre nel campo dei numeri, quel bilancio presentato ai primi di ottobre dello scorso anno si chiudeva con un passivo di circa 4,3 milioni di euro e proprio quell’ingente somma fu alla base dell’irricevibilità. Perché i soci (cioè le amministrazioni comunali di mezza Tuscia) avrebbero dovuto svenarsi per ripianare le perdite. Anzi, di fatto, avrebbero dovuto dichiarare bancarotta.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea, come direbbe quel personaggio televisivo. Come è possibile che nel giro di tre mesi o poco più, le perdite si siano praticamente azzerate? La spiegazione deriva da meccanismi contabili e finanziari non facili da spiegare con parole semplici. E’ roba da addetti ai lavori, insomma. Ciò che filtra dallo spesso muro di riserbo delle nuova gestione è che il presidente Salvatore Parlato, la vice Giovanna Marini e il consigliere Giampaolo De Paulis (tutti rigorosamente tecnici, ma altrettanto rigorosamente di area centrosinistra) sui conti e sulle varie poste del bilancio ci hanno lavorato di fino per quadrare la situazione e tenere a galla la zattera Talete.
Senza addentrarsi troppo nei meandri delle tecniche finanziarie e cercando di utilizzare il linguaggio più semplice possibile, una prima sforbiciata è stata possibile grazie al riconoscimento di un credito di circa 900mila euro nei confronti del Comune di Viterbo. Che, peraltro, proprio per mettere in sicurezza i propri conti si era tutelato mettendo in bilancio un gruzzoletto destinato appunto a tappare i buchi con la società di gestione idrica integrata. Un altro consistente taglio è avvenuto sui costi delle manutenzioni ordinarie e straordinarie. E già solo con queste due voci, la precedenti perdite sono state più che dimezzate. Ma evidentemente questo non basta per scendere a poco più di ventimila euro. Un altro intervento si è reso, dunque, necessario utilizzando la leva degli incassi futuri della società. A tutto questo (che non è affatto poco) vanno aggiunte cifre di minore entità e riferite ad interventi meno drastici che, comunque, messe insieme permettono di arrivare alla cifra di cui si è detto: 21.036 euro. Praticamente niente.
Di fronte ad una situazione del genere, non è difficile immagine che l’assemblea dei soci (convocata per il prossimo 29 gennaio) darà il via libera senza nemmeno pensarci troppo. Intanto, soldi da sborsare ce ne sono pochissimi e comunque si prende tempo in attesa che da Roma arrivino notizie sulla strada che si intende intraprendere. Non va dimenticato, infatti, che la Regione già da tempo avrebbe dovuto deliberare sulla definizione degli Ambiti territoriali ottimali (Ato), cioè le zone in cui è suddiviso il territorio per la gestione del servizio idrico. Attualmente sono 5, uno per provincia. Rimarranno tali? Diminuiranno? Aumenteranno? Ancora non si sa. Ma questa scelta comporterà diverse conseguenze, compreso il destino di Talete.
Un ulteriore aspetto va sottolineato: come mai Bonori e i suoi consiglieri avevano presentato un bilancio così pesante? E qui le interpretazioni degli addetti ai lavori divergono. Esclusa la possibilità che si sia trattato di un dispetto, restano sul campo varie ipotesi: eccesso di cautela, rispetto troppo rigido e pedissequo della due diligence (l’analisi dei conti sollecitata dagli stessi sindaci), impuntatura su certe posizioni e su certe poste che, invece, potevano essere analizzate con maggiore elasticità. “Il nuovo consiglio di amministrazione dovrà mettere mano al bilancio presentato dal precedente cda, analizzando con attenzione alcune poste significative e predisponendo un documento contabile che sarà poi sottoposto al voto dei soci”, dichiarava Gianluca Angelelli, sindaco di Civita Castellana, nell’assemblea dei primi di ottobre. Ecco, è esattamente quello che è avvenuto. Lunga vita alla Talete.