La dizione corretta è: struttura residenziale per adulti con disabilità (fisica o psichica). La cui nascita è stata ufficialmente sancita nella riunione della Consulta d’ambito di ieri mattina, convocata dall’assessore ai servizi sociali del comune di Viterbo Alessandra Troncarelli, dopo che la Regione Lazio aveva pubblicato le linee guida per la creazione nel Viterbese di un nuovo centro per disabili aduti. Quella che, comunemente e impropriamente, viene chiamata casa famiglia che invece individua un altro tipo di assistenza.
All’incontro di ieri mattina hanno partecipato i rappresentanti dei cinque distretti socio- sanitari in cui è divisa la Tuscia (Viterbo, per la precisione, fa parte del distretto Vt3), oltre che la Asl, attraverso il dottor Bifulco e la dottoressa Pratesi. “Si è trattato – spiega l’assessore Troncarelli – di un confronto sostanzialmente tecnico nel quale non solo si è preso atto di quanto la Regione aveva comunicato qualche giorno fa, ma soprattutto si è deciso di pubblicare il bando. Quindi, in estrema sintesi, si può affermare che la procedura è partita”. Entro fine settimana, visti i tempi ristretti scanditi dalla Pisana, avverrà la pubblicazione ufficiale, quindi ci saranno 60 giorni di tempo per la presentazione dei progetti.
“Innanzitutto – aggiunge la responsabile comunale dei servizi sociali – va chiarito che al bando non possono partecipare i privati, ma i progetti possono essere presentati soltanto dai distretti. In pratica, questo significa che ognuna delle 5 entità territoriali in cui è suddivisa la nostra provincia potrà operare con una propria progettualità. Alla scadenza dei termini previsti, le ipotesi presentate saranno analizzate dalla Consulta d’ambito e dalla Regione che, alla fine del percorso, sceglierà la proposta che ritiene maggiormente meritevole o comunque più adatta a soddisfare le esigenze del territorio e dei cittadini”.
La procedura potrebbe apparire piuttosto lunga e complessa: in realtà i tempi sono piuttosto risicati. La Regione, ad esempio, nelle linee guida sottolinea chiaramente che la struttura deve essere aperta a partire dall’1 di settembre. C’è quindi da lavorare sodo per esser pronti entro breve. In questo discorso, rientra anche la possibilità che sia proprio il capoluogo ad ospitare il futuro centro. L’assessore Troncarelli non si sbilancia: “E’ un’ipotesi sulla quale non posso esprimermi perché sarà l’intero distretto Vt3 a prendere posizione. La decisione non spetta a me, come è ovvio. Dal canto mio, essendo Viterbo comune capofila, mi attiverò entro breve per convocare una serie di incontri per preparare il progetto. Il mio personale auspicio è che tutte le entità territoriali interessate alla realizzazione della struttura operino con sollecitudine e con professionalità per rispondere ai rigidi parametri imposti dalle linee guida”.
Va aggiunto che la Pisana ha garantito un finanziamento di 280mila euro per permettere di operare nel primo anno di attività. Per le annualità successive i fondi saranno reperiti attraverso i cosiddetti Piani di zona. L’ultimo aspetto riguarda la possibilità che la crisi al comune di Viterbo potesse in qualche modo scalfire la piena operatività dell’amministrazione anche in questo settore. “Colgo l’occasione – conclude Alessandra Troncarelli – per sottolineare ancora una volta che questa ipotesi non appartiene al mio modo di fare e di pensare. Ho congelato le mie dimissioni, come richiesto dal segretario regionale del Pd Fabio Melilli, per consentire di verificare le possibili vie d’uscita, ma la situazione non ha alcuna influenza sul mio impegno. Sono rimasta al mio posto e porto avanti insieme agli uffici tutte le problematiche, compreso quella della struttura residenziale protetta, connesse alla mia funzione. Per dare soluzioni ai problemi dei cittadini, verso i quali, prima come consigliere comunale e adesso come assessore, ho il dovere morale e civile di dare risposte serie e concrete”.