Acqua pubblica uguale Talete. Da questo assioma, parte una presa di posizione delle Rsa aziendali (Cisal, Cgil, Cisl, Ugl, Uil) “per evidenziare alcuni fatti importanti e per ribadire concetti che, purtroppo, sembrano ancora non chiari ad alcuni amministratori dei Comuni soci della Spa pubblica”.
“Dell’attuale consiglio di amministrazione di Talete – scrivono i sindacati -fanno parte autorevoli professionisti che hanno ricoperto e ricoprono importanti incarichi in Enti ed istituzioni di livello elevato, il lavoro svolto è certamente improntato sui principi della trasparenza e della correttezza contabile. L’impegno, la serietà ed il senso di responsabilità del nuovo cda nell’affrontare la verifica delle poste di bilancio, come crediti verso comuni oppure criteri di capitalizzazione dei lavori di manutenzione, recupero delle morosità ed altro ancora, hanno evidenziato un saldo contabile poco al di sotto della parità. Il risultato di bilancio è frutto del lavoro degli uffici e soprattutto del professionale approccio del cda alla situazione economico-finanziaria di Talete che, non dimentichiamo, ha ripercussioni nei bilanci dei Comuni soci e nell’economia della nostra provincia per le tante aziende che lavorano direttamente e indirettamente con Talete. Il raggiungimento di tale obbiettivo è stato possibile grazie alla unità di intenti della politica locale, sia nell’espressione di centrodestra che di centrosinistra, e all’impegno istituzionale del presidente della Provincia Mauro Mazzola e del consigliere regionale Enrico Panunzi (come più volte riportato dalla stampa) che ha anche attivato una positiva sinergia con la Regione relativamente alla soluzione delle problematiche legate alla presenza dell’arsenico”.
“L’approvazione del bilancio, con conseguente predisposizione di un serio piano industriale – continuano le Rsa – è dunque il passo fondamentale per la prosecuzione dell’esistenza del servizio idrico pubblico. La mancata approvazione ed una eventuale liquidazione paleserebbero una situazione gravissima. I comuni non solo perderebbero i crediti (peraltro mai negati da Talete che sta correttamente verificando l’esattezza degli importi esigibili al fine di evitare che ricadano sulle bollette degli utenti i costi di marciapiedi, di abbellimento di strade o altro), ma sarebbero addirittura chiamati, come soci, a rifondere i debiti che la loro partecipata ha verso terzi. A tale proposito si ricorda la sentenza della Corte di Cassazione a sezioni riunite n. 26283 del 25/11/2013 corroborata dalla sentenza del Consiglio di Stato sez. V del 13/03/2014, la quale addossa la responsabilità erariale personale agli amministratori dell’ente socio, cioè ai sindaci. In tale ottica risulta inconcepibile l’atteggiamento di chi come il comune di Nepi ha emesso ingiunzione di pagamento nei confronti della Talete bloccando di fatto l’attività aziendale e creando grave danno alla stessa”.
“Oggi – è la conclusione – i sindaci soci della Talete saranno chiamati all’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio. Ad essi, che hanno nominato l’attuale cda, l’onere di salvare l’azienda e con essa il lavoro, l’indotto economico, il servizio idrico pubblico e non da ultimo i legittimi interessi dei loro cittadini”.