Ciao mamma, scappo. Vado in Inghilterra a fare un’esperienza di vita. Trequarti di quelli che hanno pronunciato questa frase, son tornati a casa dopo dieci giorni. Chi per mancanza di soldi. Chi per fegato da buttare. Chi perché di fare il cameriere, pagato due spicci, non gli andava proprio. E poi la Londra del 2016 non è certo più la Londra del ’70. Se oggi come oggi vuoi vedere qualcosa di trasgressivo, in fin dei conti, basta arrivare a Vetriolo.
Se invece si intende veramente accrescere il proprio bagaglio, che non è solo culturale, ma anche emotivo, lavorativo, umano e così via, forse è il caso di buttare un occhio su wwoof.it. Sottotitolo del sito: wwoof (World wide opportunities on organic farms) è un movimento mondiale che mette in relazione volontari e progetti rurali naturali, promuovendo esperienze educative e culturali basate su uno scambio di fiducia senza scopo di lucro, per contribuire a costruire una comunità globale sostenibile. Praticamente, tralasciando l’aspetto tardo-fricchettonico, ci si iscrive (pagando una piccola quota), e si va alla ricerca di qualcuno che offre lavoro in cambio di ospitalità.
Occhio, non si ha a che fare con sfruttatori (quelli si chiamano datori di lavoro, e di norma indossano cravatte): qui si va ad imparare a far cose. Ossia, a ritrovare pratiche agricole che ormai sono finite nel dimenticatoio e che invece servirebbero (e serviranno) come il pane. Ora, il dubbio è: funzionerà ‘sta cosa? E la prima risposta, quella immediata e tutta viterbese, potrebbe essere: magari al nord. Come se lassù debbano stare perennemente avanti (basta una foto di Salvini per smentire il concetto).
Così, sempre rimanendo sul sito, per soddisfare ogni curiosità basta andare sul campo “ricerca”: regione Lazio. Sottocartella Viterbo. L’esito è piacevolmente sconvolgente: dieci aziende della Tuscia mettono a disposizione del prossimo le loro conoscenze. Chi l’avrebbe mai detto? C’è quella che alleva pollame, pecore, capre e maiali. Poi c’è l’altra, che insegna a raccogliere pomodori e olive. E ancora: apicoltura, caseificio, erbe aromatiche, spontanee, nocciole, cereali, yogurt, ricotta, frutti di bosco, carciofi, piante medicinali…
In ogni singola impresa si può trascorre del tempo prezioso. Condividere spazi. Ampliare il proprio cervello. Conoscere gente nuova ed interessante. Parlare lingue diverse. Per poi tornare in famiglia (senza prendere l’aereo) e sperimentare ciò che più è piaciuto. O, semplicemente, per raccontare ai propri cari un viaggio meraviglioso, fatto a due passi da casa come se fosse a centinaia di chilometri.