Quando le pareti si ingialliscono o le tende prendono un strana tonalità, un buon padrone di casa si arma di pennello o sale in macchina in direzione Ikea.
Così si fa oggi. E così si faceva un tempo, a quanto pare. L’unica differenza è che forse nel XVI secolo a Roma ancora non c’era, l’Ikea. La strada per arrivarci invece rimane sempre quella, la Cassia. Ma questo è un altro discorso.
Torniamo quindi all’argomento di cui sopra. Che sicuramente è più interessante. A Caprarola, ridente cittadina della Tuscia, dopo anni e anni di oblio, torna ad essere visibile una preziosa opera collocata di dentro alla Chiesa di Santa Maria Assunta.
“Grazie alla generosità di alcune persone – dicono dalla regìa – si è potuto dare inizio ai lavori di restauro di un pregiato affresco”.
Attenzione però, non si sta parlando da un quadro sbiadito. Bensì di un’opera nell’opera. “Le operazioni vengono curate dal locale Centro studi e ricerche, sotto la vigilanza del dottor Giannino Tiziani, ispettore della Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, che dirigerà l’intervento della ditta di restauro Vittorio Cesetti di Tuscania”.
E veniamo al dunque. “Si tratta di un dipinto murale risalente alla seconda metà del cinquecento – ancora loro – raffigurante la Madonna del Soccorso, San Giovannino, San Michele Arcangelo, San Rocco, Sant’Egidio e San Silvestro Papa. Le sue pessime condizioni di conservazione erano dovute, oltre all’umidità, al fatto che alla fine dell’ottocento era stato coperto da un dipinto su tela raffigurante una crocifissione, risalente alla fine del XVI secolo. Il quale, in origine, si trovava in un altro altare della stessa chiesa”.
Pure la tela non è che goda di ottima salute. È stata perciò messa in sicurezza mediante l’applicazione di una apposita velinatura in attesa di un futuro restauro.
Chi ha impugnato i pennelli? “Entrambe le opere sono attribuibili al bresciano Giovanni Antonio Mussi, noto alle cronache viterbesi per aver dipinto nel Palazzo dei Priori nel 1587 e 1588, il quale, dal 1579 si trovava a Caprarola al servizio del cardale Alessandro Farnese. Prima di trasferirsi ad Eboli, alla fine del secolo, realizzò nel borgo cimino alcuni lavori”.
Ci si chiede, a questo punto, quando si potrà mirare il Mussi sotto il Mussi. E quante difficoltà burocratiche si sono incontrate per arrivare al traguardo. “I lavori sono appena iniziati – stavolta parla Luciano Passi, presidente del Centro studi – e si prevede che vengano ultimati prima della settimana Santa. L’iter che ci troviamo ad affrontare in questi casi è sempre molto difficoltoso ed i tempi, a nostro avviso, ancora troppo lunghi. Considerato che i lavori non possono essere intrapresi se prima non si ottiene la prevista autorizzazione della Soprintendenza”.