17112024Headline:

Rsa: non solo i pazienti, ci rimette tutta la città

Strutture in crisi, anziani costretti ad andarsene, lavoro in calo e futuro sempre più nero

Assistenza agli anziani, il problema si allarga

Assistenza agli anziani, il problema si allarga

Rsa: giorno tre. Inutile sottolinearlo, l’argomento sviscerato da Viterbopost ha suscitato un bel chiacchiericcio. È necessario, pertanto, fermarsi un attimo e fare il punto della situazione. Che non è né politica né moda. Bensì, la sfera che si va a toccare, coinvolge l’intera popolazione cittadina. Prima gli anziani, e poi a caduta tutti gli altri.
Da dove partire? Da un dato che rende bene l’idea di quanto il fenomeno sia ramificato. Viterbo è (o era, considerando gli sviluppi) l’unica provincia del Lazio ad aver creato il totale dei posti letto programmati in Regione. Ciò rappresenta (ops, rappresentava) un fiore all’occhiello per la città: ottima assistenza ai locali, con l’aggiunta degli extra provenienti da fuori. Nel senso, diversi romani venivano a ricoverarsi all’ombra della Palanzana. Creando flussi economici importanti.
Logico, dopo la famosa delibera comunale (quella in appoggio alla Pisana) che tutto questo ora non succede più. E quindi la prima conseguenza evidente è un mancato introito.
Si prosegue sulla scala dei soldi. Ogni singola struttura cittadina, per la mancanza di sovvenzioni e di pazienti capaci di permanere, ha emesso circa 200mila euro in meno di stipendi nel 2015. Il volume totale degli esborsi non elargiti ammonta pertanto ad oltre il milione di euro. Banconote che, moltiplicate per cinque, avrebbero alimentano l’economia locale.
Se uno più uno fa due, quindi, il capoluogo ha salutato 5milioni di euro. Che, in tempi di crisi, son un gruzzoletto non da poco.
Ancora. Un pensionato medio percepisce, tra pensione e “accompagno”, intorno ai 1000 euro. Letto e personale però fanno 1800 mensili. Chi subentra a colmare il gap? I figli, se possono (pochi). I risparmi, qualora vi siano. Oppure il parente torna giocoforza a casa. Laddove trova sì amore, ma chiaramente non cure specializzate. Per diversi soggetti la morte arriva nel giro di pochissimo tempo (e scusate la freddezza dell’enunciato).

Ciambella e Michelini a confronto con i famigliari degli ospiti delle Rsa

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Chiudono due considerazioni amarissime. La prima, di aspetto sociale, è strettamente connessa al quotidiano: sentirsi abbandonati, o non adeguatamente assistiti, fa male. La seconda, invece, ha prospettive future: se un’azienda non può contare sul suo Comune, perché dovrebbe investirci? Probabilmente preferisce cambiare civico.
Come se non bastasse, inoltre, i contributi regionali seguono un iter preciso: meno spendi, meno ti arriva. Ergo: negli anni che verranno Viterbo beccherà sempre meno. A differenza di altri, vedi i borghi limitrofi (come Ronciglione, ad esempio) che non hanno applicato la contestata “delibera”, che godranno di maggiori vantaggi.

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