23112024Headline:

Pd, resa dei conti e lodo Tramontana

Stamattina, in un albergo, si riunisce l'Unione comunale; lunedì segreteria provinciale

Stefano Calcagnini, segretario comunale del Pd

Stefano Calcagnini, segretario comunale del Pd

Quanto sta accadendo nel Pd viterbese è davvero singolare (per usare un eufemismo). Tanto per dire, stamattina è in programma l’incontro dell’Unione comunale, cioè la segreteria cittadina. Vale a dire l’organo politico maggiormente coinvolto nelle vicende della crisi di Palazzo dei priori. Uno penserebbe che l’happening sia programmato nella casa del Partito democratico, cioè la sede di via Polidori. Sbagliato, appuntamento all’Hotel Salus Terme che non è esattamente la sede istituzionale per eccellenza. Si temono microfoni spia? Chissà, certo la cosa appare abbastanza strana. Lunedì invece tocca alla segreteria provinciale che stavolta il segretario Egidi ha convocato nei saloni polidoriani. Non è particolarmente complicato intuire che si tratta di incontri preparatori alla convocazione romana di martedì dove, di fronte ai vertici nazionali e regionali (il vice segretario Lorenzo Guerini, plenipotenziario di Renzi, il segretario laziale Fabio Melili, di origini margheritine ma eletto anche con i voti della sinistra, e il funzionario Gabriele Tramontana) si metteranno le carte in tavola per cercare di arrivare ad una soluzione condivisa che salvi la prima amministrazione di centrosinistra di Viterbo, dopo 20 anni di dominio incontrastato di berlusconiani e dintorni.

Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini

Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini

La road map per trovare la quadra è stata tracciata e sintetizzata da Viterbopost con l’espressione “lodo Tramontana”, che non è un’attribuzione personale ma una sintesi (giornalistica) per indicare come si sia arrivati ad un’ipotesi che, come tutte le cose della politica, non è un vangelo, ma una traccia, evidentemente suscettibile di aggiustamenti e correzioni in corso d’opera. L’obiettivo è di tentare ogni strada per cercare di salvare il salvabile, evitando cioè una fine traumatica della consigliatura che avrebbe conseguenze nefaste sull’intero Pd. Perché nel 2018 (scadenza naturale) o prima (scadenza anticipata) a Viterbo comunque di voterà per il comune e i dem così litigiosi, anzi divisi praticamente su tutto, avrebbero probabilità prossime allo zero di poter aspirare a rientrare da maggioranza in Sala d’Ercole.

Fabio Melilli, segretario regionale del Pd

Fabio Melilli, segretario regionale del Pd

Ma le stranezze democratiche si manifestano anche attraverso comportamenti in netta controtendenza rispetto agli andamenti generali. Vien da chiedersi ad esempio cose ne pensi il premier e lider maximo Matteo Renzi del fatto che il suo uomo di punta a Viterbo (Francesco Serra, battuto alle primarie proprio da Michelini) si allei con la sinistra del partito (quella parte cioè che il capo indiscusso combatte quotidianamente e che gli sta creando molti più problemi e grattacapi dell’opposizione) per smantellare l’amministrazione comunale. Possibile che sia solo la nascita dei Moderati e Riformisti a generare un tal caos? Possibile che Unione comunale e segreteria provinciale non riescano ad avere uno straccio di dialogo, quando invece l’interesse di tenere viva l’esperienza micheliniana dovrebbe essere di tutti indistintamente? E possibile che in questa situazione sia Fioroni che Panunzi (i padroni del vapore dem nella Tuscia) se ne stiano ufficialmente in silenzio senza sentire la necessità di un intervento chiarificatore che indichi la strada per venirne fuori?

Andrea Egidi, segretario provinciale del Pd

Andrea Egidi, segretario provinciale del Pd

Domande destinate a restare senza risposta perché, di fatto, c’è stata una cessione di sovranità a Roma: ci pensino loro a risolvere la bega, se ci riescono. Una diminutio che non fa il bene di nessuno. Anche di chi aspira a traguardi ben più larghi degli stretti ambiti viterbesi (e sono in diversi a mirare alla Pisana e soprattutto a Montecitorio…). Tutti costoro dovrebbero adoperarsi per sanare le ferite, non per curarle con il sale. Stranezze e incongruenze che si accumulano e che si sedimentano. Riusciranno Guerini, Melilli e Tramontana a scrostare gli ingranaggi e a mettere in pratica una strategia di uscita? Lo si vedrà a breve. Intanto qui, all’ombra della Palanzana, la resa dei conti (che poi si traduce nella pratica della scomparsa politica di Fioroni e dintorni) è in pienissimo svolgimento…

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