Uno dice scuola e gli sembra di non aver altro da aggiungere. Apprendimento, cultura, formazione, educazione (alla vita, soprattutto). Beh, nel caso dell’Istituto statale di istruzione superiore (questa la dizione corretta) “Francesco Orioli” di Viterbo non ci si può limitare a dire semplicemente scuola. Perché sarebbe riduttivo e soprattutto ingiusto. C’è altro, molto altro. Innanzitutto l’offerta formativa che è ampia e variegata e, in un tempo in cui il lavoro per molti è un’utopia, è in grado di offrire concrete prospettive di occupazione. Ci sono gli indirizzi consolidati: manutenzione e assistenza tecnica, servizi socio-sanitari, artistico (grafica, design, scenografia), produzioni tessili, sartoriali e moda. Ma dal prossimo anno scolastico, se ne aggiungono altri: quello di ottico e quello dei servizi commerciali (curvatura turistica: che è un’espressione orribile, figlia del peggior burocratese, ma che rende l’idea di che cosa si andrà a fare).
E’ il preside Pasquale Picone a spiegare la scelta: “Il progetto nasce da una reale carenza del tessuto scolastico della Tuscia, ma soprattutto dalla necessità che bisogna offrire ai ragazzi opportunità concrete di trovare sbocchi nel mondo del lavoro. Riteniamo che questo indirizzo possa formare professionisti qualificati in un settore in costante sviluppo ed evoluzione perché comprende non solo il settore strettamente legato all’ottica, ma anche il design, la moda, le tendenze”.
E questo è il secondo aspetto pregnante della mission dell’Orioli: concreta applicazione del principio dell’alternanza scuola – lavoro, sancito non solo in quella contestata legge “La Buona Scuola”, ma necessario per essere al passo con i tempi. Limitare l’approccio scolastico alle lezioni non basta, non è più sufficiente: bisogna aprirsi al mondo esterno, alle imprese, alle industria, ai laboratori artigianali. “Il Lazio – aggiunge l’ispettore scolastico Mauro Arena – è agli ultimi posti nelle graduatorie nazionali per quello che riguarda le collaborazioni tra istituzioni scolastiche e associazioni imprenditoriali. E Viterbo è ancora più giù nelle classifiche. Sono convinto che l’indirizzo di ottico implementato dall’Orioli vada esattamente nella direzione opposta, che è poi quella giusta. Quella che permette agli studenti di avere esperienze concrete sul campo già nella fase di apprendimento. E’ una professione ad ampio spettro con buone possibilità occupazionali. Come pure la cosiddetta curvatura turistica rappresenta un altro fondamentale passaggio per trovare ambiti interessanti nel mondo del lavoro”.
Dunque, l’alternanza scuola – lavoro si concretizza da un lato come esperienza formativa già durante la fase scolastica e dall’altro come momento per iniziare a percepire che cos’è davvero il mondo del lavoro. “Finora – sempre il professor Arena – i contatti con le aziende sono stati abbastanza sporadici, spesso derivanti solo da intese personali raggiunte dal dirigente scolastiche. Ora invece il percorso viene istituzionalizzato e reso obbligatorio”. Non basta essere preparati, bisogna saper fare. E bisogna saperlo fare subito, perché il lavoro non aspetta: vuole risposte praticamente immediate.
Ma il discorso non si ferma. Un ulteriore tassello contraddistingue e gratifica l’Orioli: l’accoglimento della disabilità. E anche questo è un aspetto pratico, concreto, tutt’altro che formale. “Noi siamo considerati – scandisce il vulcanico preside Picone – il ghetto dei disabile. Ma questa è una ricchezza di cui andiamo fieri: questa è vera democrazia. Sostanziale, partecipativa e inclusiva”. Qualche numero contribuisce a comprendere meglio il fenomeno. “Nella nostra scuola – interviene il professor Mirko Ottoni – ci sono oltre 70 ragazzi diversamente abili e quasi 150 studenti stranieri (che presentano anche loro problematiche sociali, linguistiche, aggregative da seguire con attenzione). Su un corpo docente composto da circa 140 professori, gli insegnanti di sostegno sono 44 e si avvalgono della qualificata collaborazione di 16 assistenti specialistici. Abbiamo saputo trasformare un elemento di criticità, quale può essere considerato la disabilità, in un elemento di eccellenza”.
Ma c’è ancora di più ed è una collaborazione sempre più stretta tra il professionale Orioli e l’istituto tecnico industriale Leonardo da Vinci di Viterbo, rappresentato nella circostanza dal preside Damiani. L’obiettivo? Creare un autentico polo tecnico – professionale. Non è più tempo di gelosie e dispettucci tra scuole: bisogna cooperare e agire di comune accordo. La strada è stata tracciata e appare feconda e foriera di risultati importanti. Con un grande traguardo da raggiungere: dare ai giovani concrete opportunità lavorative. Vi pare poco? Lunga vita all’Orioli.