Seminario internazionale a cura del professor Gawdat Bahgat della Near East South Asia Center for Strategic Studies (Nesa) presso l’auditorium del complesso di Santa Maria in Gradi dell’Università della Tuscia. L’evento è stato organizzato dalla professorea Flaminia Saccà, presidente del corso di laurea SPRI e docente di Sociologia dei fenomeni politici, nell’ambito delle attività didattiche del Dipartimento Economia e Impresa (DEIM) – Corso di Laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali (SPRI) dell’Università degli studi della Tuscia, grazie alla collaborazione avviata ormai da tempo con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, ed al coinvolgimento della Scuola Sottufficiali dell’Esercito Italiano e della Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare/Comando Aeroporto Viterbo.
Il rettore Alessandro Ruggieri ha presentato l’iniziativa ringraziando gli ospiti e gli organizzatori, sottolineando il prestigio e il rilievo di questi seminari internazionali nell’ambito delle attività formative dell’Ateneo. Dopo l’introduzione della Saccà, il professor Gawdat Bahgat, la cui elevata competenza scientifica riguarda questioni quali la sicurezza energetica, la sicurezza la proliferazione delle armi di distruzione di massa, ha articolato la relazione descrivendo la situazione in Algeria, Egitto, Iran, Libia, Siria. Il docente si è soffermato su aspetti critici non solo specifici (i fenomeni migratori, la questione del terrorismo internazionale, il problema della sicurezza energetica e via dicendo), ma anche di carattere generale (l’evoluzione degli stati-nazione, le crisi di identità che caratterizzano vaste aree medio-orientali e non solo). Una parte rilevante dell’intervento è stata dedicata all’analisi delle implicazioni strategiche sulle opportunità per gli USA e l’Europa. A quest’ultimo proposito, il relatore ha sottolineato come per la costruzione di relazioni internazionali cooperative con paesi e popolazioni che stanno vivendo o sono da poco usciti da profonde crisi di identità e da realtà politicamente ed economicamente problematiche siano cruciali la diffusione dell’istruzione, le opportunità economiche e lavorative, la tutela e lo sviluppo dei valori della libertà e della sicurezza e di reali condizioni di vita in cui essi possano trovare espressione.
Un ruolo cruciale per il Medio Oriente potrà essere svolto dai paesi occidentali supportando le buone pratiche di governo e incoraggiando le riforme e la tutela dei diritti umani, focalizzando l’attenzione su realtà strategiche come quelle di Israele, Turchia e Iran. Come dimostrato da quanto accaduto relativamente di recente nel caso del comunismo, certe battaglie si possono vincere con le armi ideologiche e senza spargimenti di sangue. Occorre dimostrare la sostanziale superiorità di un’altra ideologia, fondata sulla moderazione e sulla giustizia. La sola vera guerra di religione che dovrà essere combattuta sarà quella tra l’Islam estremista e l’Islam moderato. Le stesse cause strutturali dei flussi migratori lo dimostrano: “le persone si spostano dove c’è sviluppo e sicurezza” e per allontanarsi dalle guerre e dalle situazioni comunque fortemente insicure. Anche per sottrarre potenziali sostenitori al terrorismo, il professor Bahgat invita a combattere le classificazioni stereotipate legate alla religione e a migliorare l’integrazione dei musulmani in Europa.