Oggi, alle 20,45 al Cinema Etrusco di Tarquinia verrà proiettato “Lotto 6A, una strada millenaria”, un documentario di Stefano Cioffi, con la voce narrante di Galatea Ranzi e le musiche di Stefano Saletti. Il documentario è un affascinante cammino nei luoghi in cui si sta costruendo l’autostrada Tirrenica sopra il sedime dell’Aurelia (SS 1) e racconta l’impegno del Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia durante i due mesi di presidio, una lotta intrapresa per difendere il diritto alla mobilità, alla trasparenza e all’informazione. Il documentario, della durata di 49 minuti, è stato finito di montare a giugno dell’anno scorso ed è un viaggio nelle tante incongruenze di questa opera che, alla fine, costerà centinaia di milioni.
L’Aurelia è la Strada Statale n.1 e collega Roma alla Francia. Il segmento tra Civitavecchia e Grosseto, dopo aver aspettato per anni la messa in sicurezza prevista nel progetto ANAS 2001, è stato ceduto gratuitamente fino al 2046, da ANAS alla SAT (Società Autostrada Tirrenica) perché quest’ultima realizzi l’Autostrada Tirrenica (Rosignano-Civitavecchia). Il progetto definitivo del Lotto 6A (Civitavecchia-Tarquinia) trasforma l’Aurelia da strada statale in autostrada a pedaggio. “Una soluzione inutile e irrazionale, lesiva della mobilità delle comunità coinvolte, del paesaggio e dell’ambiente circostante e non rispondente ad alcun interesse superiore della collettività – spiegano i promotori -. Il Comitato per il Diritto alla Mobilità di Tarquinia nasce con l’intento di dare forza alle istanze presentate in difesa del territorio interessato dai lavori del Lotto 6A dell’Autostrada Tirrenica. Dopo due esposti alla Prefettura di Viterbo e alla Procura di Civitavecchia, sottoscritti da oltre 1000 cittadini, dal 7 gennaio 2014 il Comitato decide di presidiare uno dei tanti accessi alla Statale destinati alla chiusura, quello della località Farnesiana, esempio e simbolo dei disagi causati dalla nuova autostrada all’intera comunità. Per oltre 60 giorni e 60 notti i sostenitori del Comitato hanno presidiato l’accesso, stretti intorno a un grande fuoco, difeso dalla pioggia e dal vento, con la stessa cura e convinzione con le quali si è cercato di difendere il diritto alla mobilità, alla trasparenza e all’informazione, diritti inalienabili ma finora ignorati”.
“Oggi – continuano – i residenti aspettano con speranza che il Consiglio di Stato si esprima sul ricorso presentato nel 2011 al Tar Lazio: finalmente il ponte sul Fiume Mignone è stato non solo riconosciuto come opera indispensabile mancante nel progetto esecutivo approvato da tutti gli enti preposti, ma deve essere anche realizzato e gli accessi della Farnesiana e di Pantano di sopra dovranno essere mantenuti aperti per evitare ai residenti un giro infinito di strada per utilizzare un ponte che li unisce l territorio di Tarquinia. Per questo risultato è stato pagato un prezzo altissimo dai cittadini di Tarquinia, tre anni di lavoro, di manifestazioni, di esposti, di sit-in nei quali i cittadini erano disposti a tutto pur di difendere un diritto leso”.
La storia dei tre personaggi si intreccia senza che questi si incontrino mai. Non ci sono interviste ma riprese di mera quotidianità. Sono delle persone che si raccontano parlando con se stessi, le loro parole sono riflessioni a voce alta, associazioni libere di vissuti differenti eppure tutti riconducibili agli stessi luoghi e alle stesse radici che i padri hanno gelosamente tramandato e che la costruzione “sconsiderata di un tratto autostradale sta minando, alterando, modificando, senza considerare la perdita di un patrimonio culturale millenario”.
“Lotto 6a è un documentario che si muove tra le pieghe e i vuoti di un paesaggio rurale lasciato ai margini della nostra conoscenza – sottolinea Stefano Cioffi -. È un viaggio in quei luoghi figurati e non che superficialmente tralasciamo, dimentichiamo, o semplicemente non vediamo. È un’apertura che ci permette di trasformare la sensazione di spaesamento degli spazi periferici della nostra vita quotidiana da condizione critica a valore portatore di ricchezza e scambio, per favorire la scoperta dell’altro diverso da sé e scoprire un mondo di solidarietà. Solidarietà verso una causa che interessa pochi ma contiene valori universali e diritti basilari che riguardano la vita di tutti noi”.
“La mia vita da fotografo di paesaggio – continua – mi ha insegnato a raccontare i luoghi e l’anima dei luoghi. L’autostrada è uno dei tanti non-luoghi della nostra civiltà contemporanea e come tale si impone all’attenzione proprio per la sua fredda apparenza, statica forma, inaccessibile anima. Per questo ho lavorato con le immagini video come lavoro con la macchina fotografica, studiando le inquadrature al millimetro e lasciando parlare il paesaggio, ferito, alterato, incompreso, dimenticato. E nel paesaggio i nostri tre personaggi chiave che con le loro parole raccontano un’esperienza che trasformerà la loro società contadina in maniera irreversibile. Non ci sono immagini di archivio, non ci sono interviste, non c’è copione. Sono solo questi tre personaggi che ripresi nella loro quotidianità, a casa, al lavoro, sui campi, raccontano la propria esperienza civica all’interno del Comitato e l’assurda trasformazione di un paesaggio rurale con un passato ferito a morte da questo solco autostradale caduto dall’alto”.
Il documentario è girato con 3 DSLR Nikon D800 Full HD con una presa di suono diretta attraverso registratore stereo incorporato e microfono Sennheiser. Altre prese di suono sono fatte con microfono a condensatore Mk4 e Zoom H4, software Pro Tools e hardware Mac. Sono state utilizzate 30 ore di girato. Le musiche sono state appositamente scritte e suonate da Stefano Saletti. La voce narrante è quella della straordinaria attrice Galatea Ranzi.
Appuntamento al Cinema Etrusco di Tarquinia (Via della Caserma 32); contributo ingresso è di 3,50 euro.