La conferma indiretta dell’accelerazione improvvisa della crisi arriva anche durante la riunione di presentazione dei neonati Conservatori e riformisti (il movimento che fa capo a livello nazionale all’europarlamentare Raffaele Fitto) ai quali aderisce ufficialmente il consigliere comunale Goffredo Taborri, eletto nella lista micheliniana di Oltre le mura, poi passato al Nuovo centrodestra di Alfano ma sempre in maggioranza, quindi da 7-8 mesi all’opposizione a Palazzo dei priori. In un bar cittadino, alla chiamata di Ottavio Raggi (coordinatore pro tempore del raggruppamento) rispondono praticamente tutte le (tante) anime del centrodestra. Del futuro rassemblement che si propone la riconquista del Comune, mancava soltanto Noi con Salvini, cioè la Lega. Per il resto tutti presenti: Forza Italia (Giulio Marini, Giovanni Arena, Claudio Ubertini, Antonella Sberna), FondAzione (Gianmaria Santucci), Cuoritaliani (Daniele Sabatini), Fratelli d’Italia (Luigi Maria Buzzi), il sindaco di Soriano nel Cimino Fabio Menicacci, e ancora altri esponenti sparsi della diaspora del centrodestra. Tutti appassionatamente insieme per cercare di ritrovare l’unità indispensabile per puntare seriamente a riprendere la guida del comune capoluogo. A benedire l’incontro Luciano Ciocchetti, al momento referente laziale del movimento.
“Abbiamo l’ambizione – scandisce Raggi – di rimettere insieme la parte moderata e centrista della politica italiana e viterbese”. “Ero e sono sempre rimasto – rivendica Taborri – uomo di centro-destra. Il successo di Michelini è dovuto essenzialmente al fatto che persone come me hanno creduto in un progetto di rinnovamento. Credevo in Michelini, valente imprenditore, ottima persona, ma evidentemente incapace di fare il sindaco. Gliel’ho detto a quattr’occhi, l’ho ripetuto pubblicamente in consiglio comunale, lo ribadisco adesso. I fatti che stanno accadendo mi stanno dando ragione”. Quanto le ormai prossime consultazioni elettorali cittadine possano servire a ricompattare un’area da sempre in fibrillazione (quanto il Pd), lo si vedrà a stretto giro di posta. Intanto “gli screzi passati – aggiunge Goffredo Taborri – tutti di natura politica, per me non contano più. Oggi conta questa prospettiva nuova”. E comunque, l’assenza dei salviniani viterbesi, capeggiati dall’inossidabile Fusco, è tutt’altro che casuale.
La vera novità che esce dalla passerella dei Co.ri. (dall’altra parte, come si sa, ci sono i Mo.Ri., cioè i Moderati e riformisti) è la richiesta di primarie per individuare il candidato sindaco della coalizione. Un mantra ripetuto in tutte le salse dai protagonisti. “Martedì il nostro gruppo – certifica Ciocchetti – presenterà una proposta di legge alla Camera per rendere obbligatorie le primarie per ogni tipo di elezione: politiche, regionali, comunali”. “Più democrazia e scelta dal basso del leader”, aggiunge Raggi. Taborri ci mette il carico da undici, sottolineando di essere stato lui, insieme al compianto Peppino Capotondi, il fondatore di Forza Italia a Viterbo: “Gli altri, tutti gli altri, sono arrivati dopo”. Così tanto per mettere i puntini sulle “i”.
I discorsi scorrono secondo un canovaccio abbastanza scontato. Più interessante seguire i conciliaboli esterni. Santucci zompetta da un gruppetto all’altro, Marini viene pescato un po’ distratto e richiamato all’ordine dal severo Taborri; Sabatini presidia la zona con sicurezza (non a caso è un ex arbitro); Arena sembra un po’ un pesce fuor d’acqua e resta in dignitoso silenzio. I giochi sono ancora tutti da fare, è ovvio, ma l’identikit del candidato sembra abbastanza ben delineato e corrisponde per molti versi a quello di Gianmaria Santucci. E comunque saranno le primarie aperte (tutti da definire tempi e modi) a sancirne la leadership.