A volte ritornano. Anzi, a dire il vero, non si sono mai allontanati visto che nel mondo politico – amministrativo della Tuscia occupano tuttora posizioni di rilievo. Ma le cose cambiano, le situazioni evolvono, i partiti (ammesso che esistano ancora…) non hanno più l’appeal di una volta. E dunque bisogna mettersi al passo con i tempi. E come? Con una presenza differente che pratichi una politica (nessuno si scandalizzi se si continua ad usare ancora il termine) che riassuma la dignità della sua etimologia: “polis” dicevano i greci e intendevano non solo la città fisica, ma i suoi abitanti, il territorio, tutto ciò che contribuisce a creare una comunità di persone.
Il tentativo cerca di iniziarlo un gruppo di esponenti del centrodestra viterbese. Inutile nascondersi dietro paraventi di facciata: le appartenenze e le identità non si cancellano. Tutti nasce da una cena di fine dicembre, post – natalizia e pre – cenone di san Silvestro: lì si vedono Giulio Marini, storico esponente di Forza Italia con un cursus honorum di primissimo piano (presidente della Provincia, sindaco, deputato, senatore: oggi consigliere comunale di opposizione), Fabio Bartolacci, sindaco di Tuscania, Claudio Ubertini, capogruppo azzurro a Palazzo dei Priori. C’è anche qualcun altro, ma sono loro a promuovere il Centro Studi e Ricerca (nome assolutamente provvisorio e assolutamente troppo usuale, quindi da sconsigliare nella scelta definitiva). Non a caso sono loro ad assumere le cariche di segretario, presidente e tesoriere (rispettivamente) della neonata associazione.
Che si propone che? “Un grande contenitore – ripete come un mantra Marini – per raccogliere idee, progetti, proposte. Per cominciare insieme un percorso, rigorosamente apartitico, che sia in grado di dare risposte concrete ai cittadini, agli amministratori, ai simpatizzanti. A tutti coloro che non si ritrovano più, per i motivi più vari, nei partiti o nel modo in cui essi interpretano l’attuale momento. E comunque questo non significa affatto che lascerò Forza Italia: c’ero, ci sono e ci rimarrò”. La saletta del Caffè Letterario si rivela piuttosto angusta per accogliere i partecipanti che arrivano da ogni pizzo della provincia. Insieme al tuscanese Bartolacci, altri due primi cittadini: Mario Giulianelli (Villa San Giovanni in Tuscia) e Ermanno Nicolai (Tessennano). E ancora i consiglieri comunali Elpidio Micci (Viterbo) e Manuel Catini (Tarquinia); l’ex assessore provinciale Andrea Danti (Montefiascone); l’ex assessore viterbese Paolo Muroni, l’ex consigliere comunale Andrea Marcosano. E ancora rappresentanti delle comunità di Ronciglione e Valentano, l’ex sindaco di Cellere Leandro Peroni, l’imprenditore Stefano Caporossi, l’operatore culturale Paolo Manganiello il coordinatore dei circoli di Forza Italia Roberto Viola. In ritardo arriva il consigliere regionale Daniele Sabatini (frenato dal solito traffico romano, aggravato dalla pioggia battente di ieri sera) che subito chiarisce: “Nessuno di noi deve rinunciare all’identità e alla propria storia, anche se la mia posizione è oggi particolarmente critica… Ma la mia disponibilità a percorrere insieme questa strada è totale”.
“Perché stare fermi?”, si chiede con un pizzico di retorica Giulio Marini. E allora viene spontaneo domandarsi: perché muoversi? “Perché le idee camminano e i programmi pure. I progetti vanno elaborati da competenti ed esperti, altrimenti finanziamenti non ne arrivano. Faccio l’esempio del Plus di Viterbo, sul quale continua a vivere l’attuale amministrazione comunale: senza quei soldi, non ci sarebbe nulla”. E allora si concretizza la proposta di creare tavoli tematici: agricoltura, turismo, sanità, Unione europea, cultura, infrastrutture. Come pure viene posta all’attenzione di tutti la necessità di una comunicazione efficace: sui modi e sui tempi, si vedrà.
Le prossime tappe? L’obiettivo è innanzitutto quello di ampliare la base, magari per arrivare a 100- 150 soci fondatori. Entro breve, un paio di settimane, sarà pronto lo statuto dell’associazione. E poi si comincia con l’attivazione di progetti e proposte. “Le porte sono aperte a tutti – sintetizza l’ex capo di Palazzo dei priori – Chiunque abbia voglia di fare, chiunque abbia cuore, coraggio, generosità. Siamo qui per metterci al servizio della Tuscia. Il nostro è una sorta di marketing territoriale. Molti di noi hanno una certa età, ma quello che stiamo facendo è rivolto soprattutto ai giovani, alle future classi dirigenti. Io, due anni e mezzo fa, ho preso tre sonori schiaffoni, ma sono ancora qua per cercare di percorrere una strada differente. Digerito il ko, metto a disposizione la mia esperienza e il mio entusiasmo. Spero che tanti altri facciano altrettanto”. In bocca al lupo.