17112024Headline:

Comune, quanto durerà ancora questa agonia?

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegnoQuanto può durare ancora un’amministrazione comunale che non ha maggioranza? La domanda è lecita visto quanto sta accadendo a Palazzo dei priori. Sette consiglieri hanno sfiduciato il sindaco e, salvo ripensamenti e sorprese, non hanno alcuna voglia di tornare indietro, altri tre nel corso del tempo si sono sfilati dall’iniziale collocazione per passare all’opposizione. Cosicché andare avanti navigando a vista appare impresa al limite del miracolo. Poiché è di tutta evidenza che prima o poi i provvedimenti presi anche durante il periodo delle festività natalizie, dovranno essere portati al vaglio del consesso di Sala d’Ercole e qui il rischio di andar sotto è costantemente dietro l’angolo. Sempre ammesso che la seduta possa cominciare e cioè che sia stato raggiunto il numero legale.

La segreteria regionale del Pd ha preso tempo poiché spera che con il passar dei giorni calino tensioni e contrasti. Atteggiamento comprensibile, ma gli eccessivi tentennamenti rischiano soltanto di prolungare l’agonia. Quando si arriva ai materassi con rapporti anche personali logorati e, forse, irrimediabilmente rotti, non prenderne atto significa solo allungare i tempi per il ritorno alle urne che, comunque e in ogni caso, rappresenta il sale della democrazia.

Non ci sono più le condizioni per andare avanti? Se ne prenda atto e ci si comporti di conseguenza richiamando il popolo sovrano ai suoi doveri. Se, invece, esistono ancora margini per continuare, lo si faccia sollecitamente. Magari rinnovando la giunta, magari cercando di coinvolgere maggiormente i consiglieri riottosi. Ma questa non è una partita tra Fioroni e il resto dei democratici: non è una lotta di sopravvivenza politica. Qui in ballo ci sono i destini di una città e dei suoi abitanti, tutti indistintamente.

Il sindaco Michelini e la vice Luisa Ciambella

Il sindaco Michelini e la vice Luisa Ciambella

Era anche circolata l’ipotesi di superare una certa soglia temporale per evitare il voto amministrativo in tarda primavera: si tratterebbe della classica manovra della politica politicante che manda in bestia i cittadini. Con la conseguenza, tutt’altro che da sottovalutare, che il possibile periodo commissariale sarebbe ancora più lungo e deleterio. E non perché il commissario (chiunque esso sia) sia il male assoluto, ma pur avendo poteri enormi, è consuetudine che si limiti poco più che all’ordinaria amministrazione, portando avanti quello che già c’è o che è stato impostato in precedenza. Davvero si vuole che Viterbo patisca questo ulteriore patimento? Ci pensino i signori che credono di avere il destino di noi tutti nelle loro mani: questa sì che sarebbe la sconfitta più dolorosa e indigeribile. Per tutti.

Buona domenica e buon anno.

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