Un’altra settimana passata invano. Sulla crisi al Comune di Viterbo non ci sono novità. O meglio qualcuna ci sarebbe pure, ma appartiene alle categorie dello spirito. Con le dichiarazioni e le prese di posizione non si va avanti quando si ha a che fare con vicende che riguardano le istituzioni. Concedere interviste con interventi di fuoco non serve a nulla: servono atti concreti. Alcuni consiglieri comunali di maggioranza ritengono conclusa l’avventura di Leonardo Michellini? Allora non hanno altra strada che presentare una formale mozione di sfiducia, cercando di raggiungere il fatidico numeretto che consente un siffatto gesto. Altrimenti siamo ancora ai polveroni. Che poi non si capisce bene se la posizione è quella del “vorrei, ma non posso” o del “potrei, ma non voglio”. Come che sia, non cambia la sostanza: il sindaco non si dimette e dal guado non si esce.
A meno che non si stia aspettando la prima occasione utile, cioè il consiglio comunale (che prima o poi dovrà pur riunirsi), per sancire i mal di pancia con un voto contrario su un qualunque provvedimento presentato dalla giunta. Ma anche questo potrebbe non bastare per una formale ammissione di fine esperienza amministrativa. Comunque la si rivolti la frittata, ciò che ai cittadini dà maggiormente fastidio è il tempo che passa inutilmente. L’opinione corrente è che si gira intorno alle cose senza avere la voglia (o il coraggio) di affrontarle per davvero.
Non c’è dubbio che l’eventuale traumatica fine della consigliatura metterebbe in gravi difficoltà il PD, che comunque costituisce l’ossatura portante della maggioranza. Rimettere insieme i cocci dopo gli insulti e le accusa, sarebbe impresa improba. Ecco perché si tende ad allungare il brodo, prendendo tempo e sperando che una qualche salvifica soluzione arrivi dall’esterno. Magari da Roma e dalla segreteria regionale. Ma non è che sulla sponda opposta, quella del centrodestra, si navighi in acque tranquille. E’ vero, il nome ricorrente in questi giorni è quello di Gianmaria Santucci che da qualche tempo ha scelto di affrancarsi dai partiti tradizionali e/o futuri per portare avanti un discorso legato ad un movimento civico, FondAzione. Candidatura sicuramente autorevole e di spessore, ma la domanda è un’altra: è in grado Santucci di riunire le tante (troppe) anime del centrodestra viterbese? Questo è il vero tema poiché da solo nessuno può vincere, da una parte e dall’altra. E allora bisogna coalizzarsi e correre insieme. Davvero si pensa che la parte battistoniana di Forza Italia sarà così pronta e favorevole a darsi da fare per apparecchiare la tavola a Santucci? Senza dimenticare che chi entra papa in conclave, di solito esce cardinale…
Buona domenica.