22112024Headline:

“Asl, no al concorso unico per i precari”

di Vittorio Ricci">Vittorio Ricci

Vittorio Ricci, segretario provinciale Fials, scrive a Zingaretti e alle Donetti

La Fials dice no al concorso unico regionale per assumere i precari

La Fials dice no al concorso unico regionale per assumere i precari

Lettera aperta del segretario provinciale della Fials Vittorio Ricci al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e alla direttrice generale della Asl Daniela Donetti:

“Con  i commi 542 e 543 della legge  28 dicembre 2015 n. 208 (legge di stabilità 2016) si sono gettate le basi per procedere alla definitiva stabilizzazione del personale  precario del S.S.N.  Nella sanità della Regione Lazio il fenomeno riguarda circa 4000  precari di cui oltre 300 sono da molti anni in servizio nella ASL di Viterbo. Tale situazione, determinata anche dal  blocco del turn-over imposto dalle note limitazioni finanziarie, ha raggiunto nell’ultimo decennio dimensioni allarmanti ed occupa una parte irrinunciabile del fabbisogno di personale delle Asl a garanzia del mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).  La legge di stabilità, recentemente approvata, prevede nelle more dell’approvazione dei piani dei fabbisogni delle Asl laziali,  da parte dei rispettivi gruppi di verifica degli adempimenti e  del Tavolo Permanente per l’erogazione dei Lea, che è possibile procedere all’assunzione con contratti di lavoro flessibile, per garantire il rispetto delle disposizioni dell’Unione europea in materia di articolazione dell’orario di lavoro, che come noto, stanno determinando notevoli difficoltà per la copertura dei turni di servizio soprattutto in ambito ospedaliero.

Inoltre, in deroga a quanto previsto dal DPCM 6 marzo 2015, sarà possibile indire entro il 31-dicembre 2016 e concludere entro dicembre 2017,  procedure concorsuali straordinarie con riserva del 50% dei posti per il personale precario, al termine delle procedure di verifica del fabbisogno del personale sopra indicate, che consentiranno di conoscere l’esatto quantitativo dei posti da ricoprire mediante pubblico concorso.

Da quanto ci è stato riferito, sembra che la Regione Lazio sia orientata a procedere ad indire un concorso unico ovviamente distinto per discipline e qualifiche professionali, di riferimento per tutte le Asl laziali, per poi formulare una graduatoria da utilizzare nell’ambito dell’intero territorio.

Su tale aspetto di particolare rilevanza, questa organizzazione sindacale, ha più volte espresso la propria contrarietà anche nel corso degli incontri tra i rappresentanti della Regione Lazio e le organizzazioni sindacali del  luglio 2015, per le ragioni che di seguito riassumiamo sinteticamente:

– la possibilità per le singole Asl di  indire concorsi pubblic, fa parte dell’autonomia gestionale ed organizzativa,che deriva dall’evoluzione legislativa secondo la quale, l’azienda sanitaria non è un ente strumentale della Regione, in quanto tale qualificazione, contenuta nella originaria formulazione dell’art. 3 c. 1 del D.Lgs. 30.12.92 n. 502, è stata espressamente eliminata dal D.Lgs. 7.12.93 n. 571, che ha definito l’azienda sanitaria quale “azienda dotata di personalità giuridica pubblica, di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica”;

Zingaretti con i vertici della Asl di Viterbo

Zingaretti con i vertici della Asl di Viterbo

– la scelta di centralizzare  il concorso pubblico in una ASL di riferimento romana, per prevedibili decine di migliaia di candidati, quando invece potrebbe essere  meglio gestito, non solo logisticamente, dalle singole Asl contrasta con i principi enunciati al Capo 1 art.2. DPR 9-5-1994 n.487 “ Il concorso pubblico deve svolgersi con modalità che ne garantiscano la imparzialità, l’economicità e la celerità di espletamento, ricorrendo, ove necessario, all’ausilio di sistemi automatizzati diretti anche a realizzare forme di preselezione ed a selezioni decentrate per circoscrizioni territoriali.” Tale concetto è stato ribadito nell’art.35 comma 2 del Dlgs 30-03-2001 n.165 integrato dall’art. 51 dalla legge Brunetta (Dlgs 150/2009) con estensione anche al luogo di residenza dei concorrenti.

Si rileva inoltre, come quanto contenuto nel comma 4 dell’art.2 del DPR 9-5-1994 n.487, che prevede la possibilità del candidato in caso di concorso unico, di indicare la preferenza di assegnazione, possa comunque, trasformarsi in una beffa per il personale oggetto di stabilizzazione, per la possibile assegnazione ad altra sede, che potrebbe essere evitata in caso di concorsi decentrati per singole Asl.

Altra nota sfavorevole alla indizione del concorso unico, è rappresentata a parere della scrivente O.S., dal fatto che solo in alcune Asl sono in servizio precari con particolari tipologie professionali, già peraltro oggetto di deroghe contrattuali nell’ambito di unità operative della stessa Asl di appartenenza, che troverebbero difficile collocazione altrove.

Per quanto descritto, si chiede cortesemente di valutare approfonditamente gli aspetti richiamati, al fine di avviare procedure concorsuali che tengano nella dovuta considerazione, il contesto in cui si cala la straordinarietà della normativa citata, a garanzia della continuità e dell’efficienza dei servizi ed a tutela delle prerogative dei lavoratori precari”.

 

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