Bisogna premettere una cosa: che il tipo in questione la sa lunga. Nel bene, perché conosce palmo a palmo tutta l’Italia, isole comprese, città e paesi e chiese di campagna e monasteri, e dunque ha una visione del quadro complessiva. E nel male, perché insomma, lui vive anche di questo. Il tipo è Vittorio Sgarbi, che ieri era a Viterbo per inaugurare la mostra di nature morte (La vita silenziosa delle cose) e che a margine ha detto delle cose interessanti. In particolare su come Viterbo ha saputo interpretare lo spirito di Expo.
”Portare la Macchina di Santa Rosa al padiglione di Eataly è stata una grande operazione – ha detto il critico d’arte ferrarese – Lì la Macchina ha trovato terreno fertile, e forse neanche si poteva prevedere tanto successo. Fiore del cielo non è bella come Gloria, è un modello più eccessivo, stile Las Vegas, però proprio per questo si è prestata meglio all’atmosfera dell’Esposizione universale, che è stata una fiera spettacolare. Ho avuto modo di vedere Gloria dal vivo, lo scorso settembre, dopo tanti anni che mi ripromettevo di venire a Viterbo per Santa Rosa ma che non riuscivo a fare, visto che in quel periodo l’Italia impazzisce e ci sono duemila appuntamenti, a partire dalla Biennale di Venezia. Ho avuto anche modo di conoscere l’architetto Ascenzi, che Gloria l’ha creata”. E il modellino della Macchina fa bella mostra di sé proprio all’ingresso della mostra, nella cappella palatina.