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Villa Rosa: “Perché continuate a licenziarci?”

Sessanta dipendenti scrivono al Papa, preoccupati per il loro futuro lavorativo

La casa di cura Villa Rosa

La casa di cura Villa Rosa

Premessa: il grido di dolore è simile a quelli di Scooby Doo, ma cambia il protagonista. E cioè: “Francesco, aiutaci tu”. A inviarlo non sono i ragazzi della Curva sud (quasi ormai rassegnati all’evidenza e al piccolo Rudi), bensì sessanta operatori di Villa Rosa. La clinica viterbese, della quale non serve nemmeno spiegare storia e importanza.
Così stanno le cose: diversi dipendenti della Villa, hanno deciso di scrivere una bella missiva al Papa. Tentando di spostare a Roma (anzi, in Vaticano) le ultime vicende di una provincia dimenticata da Dio (mai termine fu più appropriato).
Sette di questi, per spiegare, sono stati recentemente licenziati. Perché?, ci si chiede. Meglio ascoltare i diretti interessati. “Siamo un gruppo di lavoratrici della casa di cura – la premessa – gestita dalle suore ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù. Da anni ormai i vertici non rispettano la nostra dignità e il nostro decoro”.
Magra apertura. Avanti. “Una gestione a dir poco discutibile, – proseguono – ha condotto la stessa in una crisi grave. E i vertici altro non hanno saputo fare che prendersela con noi”.
Una storia all’italiana, per farla breve. Con tutto l’amaro di contorno dato dagli stessi licenziati (o in via di licenziamento). Persone che, a detta loro, da sempre si fanno il cosiddetto mazzo per mandare avanti la baracca. “Abbiamo fatto del servizio ai malati una vera e propria missione – sempre loro – mentre la dirigenza operava nel tempo scelte sempre più sbagliate e scellerate. Le Consorelle non dicono che è che proprio grazie allo spirito e ai sacrifici nostri che la situazione è radicalmente cambiata. La Clinica ha un bilancio con un utile attivo cospicuo, pur essendo una onlus no profit”.

Papa Francesco

Papa Francesco

E allora perché ridurre il personale? “Si sperperano ingenti somme a favore di una società di revisione, la Pwh, dalla dubbia competenza. Che altro non riesce a fare se non a tagliare teste. Forse si intende favorire qualche personaggio ‘ragguardevole’ – la constatazione – che vorrebbe acquistare il tutto”.
La chiusura. “Lei afferma – e qui ci si rivolge direttamente a Francesco – che il lavoro nero è un peccato gravissimo. Cosa ne pensa invece del licenziamento immotivato?”.
Bergoglio, please. Rispondi a questa letterina.

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