Dopo oltre 5 mesi dalla nostra interrogazione riguardante la Macchina di S.Rosa all’Expo di Milano, finalmente siamo riusciti ad avere risposta e parziale rendiconto economico, ma con i tempi che corrono amministrativamente nel segno del sindaco Michelini ci possiamo accontentare.
In tutta questa situazione che ha permesso di poter portare un simbolo della nostra città all’attenzione del mondo e che viene sbandierato come uno dei pochi successi dell’era Michelini, viene fuori una situazione umiliante, ingiusta ed offensiva per quello che rappresenta la Macchina di S.Rosa per noi viterbesi, vale a dire che questo simbolo della città tanto osannato e glorificato, che ha permesso anche di far fare passerella agli amministratori in quel di Milano, ora è abbandonato al freddo e al gelo, relegato tra i capannoni di un Expo terminato, non si sa con quali tutele e quali garanzie di salvaguardia strutturale, con il rischio concreto che il Comune possa subire sanzioni economiche per non aver ottemperato in tempo alla sua rimozione nell’area gratuitamente concessa all’opera di Vittori, ingiustamente ignorato.
Premesso che l’esposizione può aver comportato una visibilità promozionale e turistica della città e questo deve essere apprezzato, non si capisce perché i lungimiranti amministratori della Città di Viterbo abbiano previsto il solo biglietto di andata e non abbiamo stabilito in un unico atto amministrativo previsto e finanziato sia l’andata che il ritorno.
Il fatto che si era annunciata la sua esposizione in Piazza del Plebiscito sta a significare che c’è stato un fallimentare e confuso tentativo di farla ritornare senza sapere nè come, né quando e soprattutto non avendo alcuna ipotesi di finanziamento. Tanti proclami ed annunci, ma niente di fatto: un altro flop.
Questa situazione, unita ad altre vicende amministrative già avvenute od in corso di attuazione, denuncia in maniera chiara e limpida l’approssimazione, la superficialità e la goffagine del sistema di governo del sindaco.
Si vive alla giornata, si governa a stracci e bocconi, si improvvisa e si recita a soggetto, si procede a sviluppare iniziative senza un minimo di criterio ed in maniera occasionale, basta verificare in questi giorni gli addobbi e le infrastrutture presenti nelle piazze cittadine con quale confusione, disomogeneità ed approssimazione sono state allestite, sicuramente non è solo una questione di finanziamenti ma è soprattutto una mancanza completa di idee e di programmazione tempestiva a 360 gradi.
Tutto si fa in fretta, in ritardo ed in maniera raffazzonata, con l’atteggiamento di chi le cose le fa tanto per farle e non riesce a dare un senso compiuto alle cose. Filippo Rossi docet
Ritornando a Fiore del Cielo, costata alla collettività cittadina oltre un milione di euro, parcheggiata in periferia di Milano, ci sembra giusto interpretare ed esternare l’amarezza ed il dispiacere che tanti cittadini provano in questo momento al pensiero che il simbolo mondiale della Città, così è stato definito dagli stessi che l’hanno abbandonata, è lassù tra le nebbie lombarde… Natale triste per la Città.
Rimane il fatto importante e fondamentale, che deve obbligatoriamente essere considerato dal sindaco e dagli assessori, ed è quello che la Macchina di S.Rosa è di proprietà della Città di Viterbo. Nessuno pensi nuovamente di poter disporre a suo piacimento di Fiore del Cielo, patrimonio Unesco e patrimonio di Viterbo, ipotizzare di dargli nuove destinazioni, di darla in comodato od addirittura di regalarla senza aver sentito prima il consiglio comunale.
I consiglieri comunali sono gli unici rappresentanti eletti dal popolo viterbese, insieme al sindaco, che possono disporre e decidere delle proprietà comunali nella maniera migliore, nella maniera più vantaggiosa e più dignitosa per la Città e soprattutto, in questo caso specifico, in difesa e tutela della secolare tradizione legata al trasporto della Macchina di S.Rosa.
Francesco Moltoni e Sergio Insogna
Consiglieri comunali del Gruppo Gal