Il segretario regionale del Pd Fabio Melilli prova a diffondere messaggi tranquillizzanti e a cercare di riprendere in mano la situazione che, in realtà, è sfuggita e non si sa da che parte e in che modo andare a riprenderla o a ritrovarla. Ecco, allora la necessità di congelare le dimissioni annunciate delle assessore Alessandra Troncarelli e Sonia Perà. In attesa degli incontri romani dai quali la maison democrat spera di riuscire ad aprire un qualche spiraglio che porti alla ricomposizione della faccenda.
Proposito comprensibile che, di fatto, va a scontrarsi con situazioni cristallizzate nelle quali è complicato scorgere possibilità di intese future, per quanto al ribasso possano essere ipotizzate. La fronda dei sette consiglieri piddini che ha sfiduciato il sindaco Michelini sembra più compatta che mai a tenere il punto, come pure non appare suscettibile di ripensamenti la posizione del primo cittadino che chiede un voto palese in consiglio comunale in modo da poter individuare senza sotterfugi chi rema contro e vuole la conclusione anticipata della legislatura. Su tutto e tutti aleggia la posizione tutt’altro che conciliante dell’onorevole Fioroni, deus ex machina di una fetta consistente del Pd della Tuscia. L’insolita alleanza tra renziani e bersaniani, con l’aggiunta dei giovani turchi, spinge l’ala fioroniana a compattarsi, ma nella sostanza questo rende ancora più difficile una riconciliazione. Il classico muro contro muro che, di solito, porta alla rottura. A meno che Melilli, ex sindaco di Poggio Moiano ed ex presidente della Provincia di Rieti, non riesca a trovare una soluzione più fantasiosa della quale, per ora, non si vede traccia.
Siccome però bisogna prepararsi per tempo anche all’ipotesi (oggi tutt’altro che campata in aria) di andare a votare a primavera inoltrata per il nuovo sindaco, ecco che cominciano ad aleggiare discorsi sul possibile candidato sindaco del centrosinistra. Impensabili due liste contrapposte entrambe facenti capo al Pd, ma in politica ci sta tutto e il contrario di tutto, ecco allora che bisogna cominciare a ragionare su personalità in grado di far ritrovare l’unità ai democratici viterbesi. I nomi che stanno prendendo piede in questi giorni, anzi in queste ore, sono due ed in comune hanno una caratteristica: insegnano entrambi all’università. Della Tuscia, naturalmente. I professori che, alla bisogna, potrebbero rispondere alle caratteristiche di lontananza (ma non troppo) dalla politica politicante (quella che fa l’orticaria ai cittadini, per intendersi) sono Riccardo Valentini e Andrea Vannini. Il duo VaVa (secondo la definizione di Viterbopost) estromesso più o meno nelle stesse ore dai rispettivi incarichi: capogruppo del Pd in Consiglio regionale e assessore comunale alle politiche ambientali.
Dalla parte di Valentini c’è la necessità in qualche modo di una forma di gratitudine poiché s’era assunto l’onere di guidare il gruppo della Pisana in una fase particolarmente turbolenta, coincisa con le dimissioni del precedente responsabile. Secondo spifferi romani, non è un politico, ma proprio questo potrebbe essere un vantaggio per rimettere insieme i cocci del Pd. Dalla parte di Vannini c’è il buon lavoro compiuto alla guida di un settore delicatissimo come quello della gestione dei rifiuti: ha saputo dialogare con i cittadini e ha cercato di rimettere ordine in una materia complicata.
Entrambi hanno molti amici, ma anche qualche nemico dentro e fuori i democrat. In ogni caso, si tratta di due personalità spendibili in proiezione futura. Si vedrà. Intanto è meglio portarsi avanti col lavoro.