Ma che cosa avranno mai fatto di male i dipendenti del Mercatone Uno di Viterbo? Sono in cassa integrazione a zero ore dallo scorso 15 giugno: la data di scadenza è fissata ad aprile del prossimo anno. Una scadenza che si sta avvicinando pericolosamente senza che giungano segnali che possano far sperare in un futuro migliore. Il fatto più inquietante (e grave) è che il punto vendita di Viterbo (sulla Cassia Nord) è l’unico del Lazio ad essere stato chiuso. Inizialmente uguale sorte era stata riservata anche a quello di Roma (il 15 giugno scorso), ma successivamente i commissari nominati dal Ministero dello Sviluppo Economico hanno predisposto la riapertura del punto vendita di Roma, mentre per Viterbo al momento non c’è alcuna notizia rassicurante. “Nel mese di agosto – scrivono i dipendenti in una lettera aperta – è stato svuotato della poca merce rimasta sugli scaffali dopo la svendita che è stata trasferita al punto vendita più vicino”.
Una situazione inspiegabile che prende di mira, almeno nella regione, solo la struttura viterbese: perché? Non si sa, ma la decisione appare quanto meno strana. “Si sta vivendo un incubo – sottolineano ancora i lavoratori – dal quale speriamo presto di risvegliarci con la buona notizia di riavere il nostro posto di lavoro e soprattutto la nostra dignità. E’ stato chiesto ai sindacati locali se potevamo essere ricollocati nei punti vendita aperti, ma giustamente non possiamo avere questa possibilità perché i nostri colleghi stanno operando con una riduzione oraria molto drastica”.
Ed ecco la conclusione che è, nello stesso tempo, una speranza e una richiesta: “A questo punto non ci resta che attendere e sperare che nelle 56 manifestazioni d’interesse (delle quali una decina riguardanti l’intero assetto aziendale, mentre le altre sono per singoli negozi) ci sia un acquirente anche per noi”.