La storia della signora Anna Maria Pescucci è di quelle che sembrano impossibili. Vicende da tv, per intenderci. Delle quali si comprende la gravità solo quando, improvvisamente, toccano da vicino.
E veniamo ai fatti. La sua triste esperienza parte dal centro Nemo dell’ospedale Gemelli di Roma. Dove le viene diagnosticata, con grande professionalità e tatto, la “Sla”. Ossia, sclerosi amiotrofica laterale. Oltretutto al terzo stadio avanzato. Con grave compromissione respiratoria. “Oltre ad avermi paralizzata completamente – racconta – mi ha tolto quasi la capacità di respirare. Alla mia dimissione l’équipe medica ha fatto prescrizione urgente di ausili per la respirazione, da avere in tempi brevissimi a domicilio”.
E qui viene il brutto. Tornata nella sua casa di Soriano al Cimino, la 63enne viene praticamente abbandonata. “All’indomani – prosegue – il 21 novembre, ho presentato richiesta all’ufficio presidi della Asl di Orte. Dopo 12 giorni li ho chiamati e mi hanno risposto che per problemi interni la pratica era ancora lì. Non avevano potuto mandarla a Viterbo. Ho quindi trovato il contatto con l’ufficio preposto della Cittadella, a Viterbo, e contattato la responsabile Barbalace che mi ha confermato di non avere la pratica. Ma si è subito mossa per accelerare l’iter”.
E siamo già al 4 dicembre. “Arriva il tecnico a casa – sempre lei – e mi consegna un macchinario e delle mascherine, diverse da quelle prescritte. Indossandole soffocavo. Ho dovuto rifiutarli e mi sono fatta fare una dichiarazione sui motivi del rifiuto. Mi fanno parlare con la ditta che li rifornisce, la Vitalaire, e mi confermano che loro non ce l’hanno e servirebbero mesi per richiederle”.
Una settimana fa, e sempre a Viterbo, confermano la tesi della difficoltà di reperimento. “Mi sono rivolta allora al sindaco di Soriano – aggiunge – che è andato di persona alla Asl, dove gli hanno garantito che entro il 15 mi avrebbero consegnato tutto e preciso”.
Ma ancora nulla. Nel frattempo poi, la Pascucci ha dovuto chiamare quattro volte il 118 perché soffocava. È stata portata addirittura in eliambulanza al Gemelli.
Se non bastasse: “Quando mi hanno dimessa – afferma – mi hanno anche rilasciato un modulo per la richiesta di un contributo per i malati di Sla, pari a circa 1.200 euro al mese. Questi soldi lo Stato li gira alle Regioni che a loro volta li inviano ai Comuni. Ebbene, a Soriano l’assistente sociale mi ha risposto che i bandi sono chiusi e poi mi hanno detto che non riceverò un soldo perché quei fondi sono fermi al Comune capofila, ovvero Viterbo, per un totale di oltre un milione di euro”.
E siamo al presente. “Ieri l’altro – chiude – mi sono rivolta alla Procura e ho sporto denuncia contro la Asl di Viterbo che mi ha lasciato senza le cure salvavita”. Per il momento a fianco di Anna Maria ci sono solo i parenti e la Cgil, che tramite lo Spi (guidato da Marisa Roberti) sta tentando l’impossibile.