Si entra e sembra di stare da un’altra parte. I pannelli e le luci e le cornici, e poi naturalmente i quadri. Quaranta, di ogni epoca, dal quattrocento ad oggi. Tutte nature morte, tutti incredibilmente vivi. La sala Regia di Palazzo dei priori torna ad essere una scatola magica, forziere non di bottini pirateschi (a rubare, trafugare, falsificare, contrabbandare capolavori ci pensano già abbastanza altrove, vedi in Siria) ma di tesori artistici.
E’ il terzo anno consecutivo che accade questo prodigio: dopo la doppietta di Sebastiano Del Piombo (La Pietà e La Flagellazione: cose nostre, ora rientrate al museo civico ma destinate a tornare ancora qui, però sotto i portici, nel progetto di riqualificazione dell’amministrazione Michelini), e il Sacro e Profano di un anno fa, ecco La vita silenziosa delle cose.