Se la forza di un esercito si misura dai tempi di reazione (mobilitazione, schieramento, attacco), allora quella di Leonardo Michelini è un’Invincibile armata. Un’Armata magari un po’ meno rossa dopo quello che è successo ieri in consiglio comunale, con la sinistra del Pd che gli ha giocato un brutto scherzetto mantenendo il numero legale e facendo asse con la minoranza, ma comunque un’armata pronta. Pronta a reagire alle accuse dell’opposizione, alle richieste di dimissioni, ai commenti sapidi.
Così, a venti minuti dalla fine della conferenza stampa dei Buzzi e dei Santucci e degli Ubertini, il sindaco convoca la stampa nella stessa stanza – quella delle riunioni di giunta, ormai una situation room in stile Pentagono – dove poco prima erano seduti, appunto, i suoi avversari. Insieme a Michelini, i fidatissimi assessori Barelli, Delli Iaconi e Saraconi. Lui, il padrone di casa, va come un treno: ”Dimettermi? Ma non scherziamo – dice – Non ci si può dimettere perché lo chiede l’opposizione, semmai qualora non si riesca a mantenere l’impegno preso coi cittadini. Io, meno di un mese fa, ho presentato il programma per la seconda parte di mandato, è stato approvato all’unanimità, quello è il mio riferimento, le cose che dobbiamo fare. Il resto sono soltanto parole. La richiesta di dimissioni la rispedisco al mittente, con tanti auguri”.