Chiamate Voyager. Chiamate Mistero. E poi, per favore, spediteli altrove. Che qui abbiamo bisogno di gente seria, non di un Giacobbo qualunque. Al massimo, se ce la fate, contattate Raymond Stantz, Peter Venkman, Egon Spengler e Winston Zeddemore: the Ghostbusters. Gli Acchiappafantasmi. Perché è proprio il loro aiuto che ci serve.
Dunque, andiamo per ordine. Innanzitutto la location: lo splendido castello di Vulci. Quella gemma assoluta, dimora nobile et imponente, geolocalizzata tra Montalto e Canino. Dentro le sue stanze, e ormai da diverso tempo, succede qualcosa di strano. “Fenomeni del terzo tipo”, per dirla alla Mulder e Scully di X-Files.
La notizia ci giunge da più fronti: dapprima qualche testimonianza è arrivata in redazione via Facebook. E gli è stato dato poco peso. Poi il solito amico dell’amico ha riportato una chiacchierata da ristorante tra le varie persone che in loco lavorano. Infine un altro conoscente, di quelli fidati, giurerebbe di averlo visto. Cosa? Un frate. Cioè, un frate fantasma.
A questo punto ci siamo incuriositi alla vicenda. Ed abbiamo scoperto che la storia va avanti da un bel pezzo. Che, per dirne una, i custodi notturni girano per le normali operazioni di controllo, con tutte le luci accese. Che non si sa mai…
“A me hanno detto che da due punti diversi hanno sentito dei cavalli al galoppo”. “Io so di un qualcosa che invece, al calar delle tenebre, si diverte a stuzzicare gli ospiti”. E poi giù, tra urla, rumori inaspettati e simil inquietudini.
Cosa fare? Telefoniamo al castello e sentiamo. “Sì, salve – risponde un tipo – non nego di essere a conoscenza dei fatti ma non posso esprimermi”. Ci passi il direttore, allora. “Un attimo che vedo – sempre lui – Dice che non è il caso di scriverci un articolo”.
Ma come? Per quale motivo? Non si sta mica dibattendo di omicidi, stupri, o sette sataniche. Il Post vorrebbe solo dar luce ad una vicenda simpatica. Vorrebbe, in un certo senso, pubblicizzare i fantasmi di Vulci. In fin dei conti, è noto a chiunque, un sito culturale non se lo fila nessuno. Uno infestato dai fantasmi, invece, si trascina dietro una secchiata di turisti. “Nulla – chiude – mi dispiace”.
Anche a noi, a vederla bene. Perciò appena possibile ci muoveremo verso il castello. Che magari parlare coi morti è più utile che parlare coi vivi.