Ormai è chiaro ed evidente a tutti: Viterbo non ha più il sindaco.
Il sindaco che volevano i cittadini, il sindaco che fosse garante degli interessi della città, il sindaco che governasse in autonomia e portasse coerentemente avanti le sue promesse elettorali, il sindaco che difendesse le istituzioni ed i loro rappresentanti, il sindaco civico che doveva essere distante da interessi di partito e soprattutto che non si facesse coinvolgere dalle regole e dai sistema di partito, in questo caso da una parte del Pd. Abbiamo eletto Michelini e ci siamo ritrovati con “Micheloni” (già conclamata sintesi tra Michelini e Fioroni)
Con lo scellerato, squallido ed immotivato ritiro delle deleghe all’assessore Vannini, il sindaco “putativo” di questa città ha perso l’unico e l’ultimo elemento di autonomia decisionale rispetto alle deleghe degli assessori. L’assessore Vannini l’ha voluto lui, come sua scelta autonoma, per compiere un delicato compito di controllo del vecchio appalto dell’igiene urbana cittadina, l’ha scelto in virtù delle sue qualità e capacità professionali, dandogli anche altre due deleghe delicate ed importanti come pubblica illuminazione e servizi cimiteriali. L’obiettivo principale era quello di poter far fronte e controllare a fondo un’appalto milionario che presentava criticità e che è sotto la lente d’ingrandimento della magistratura viterbese, la figura del prof. Vannini garantiva trasparenza e qualità essendo figura tecnica esperta in materia di appalti e dei servizi di igiene urbana.
Ora in maniera confusa e contraddittoria ci viene a dire, alle soglie della predisposizione di un nuovo appalto milionario di detto servizio, che la figura ed il lavoro del prof. Vannini, non servono più, perché qualcuno afferma che non serve più un tecnico trasparente e di qualità ma serve un politico. Qualcuno afferma che è necessario creare il binomio appalto pubblico milionario e politica. È grottesco, è una macchietta, è non senso planetario che di fatto smentisce clamorosamente la sua scelta iniziale e dimostra senza alcun ombra di dubbio che le decisioni non sono le sue, ma di altri.
Alla città non serve un sindaco debole senza personalità istituzionale, che fa decidere agli altri, che non è sensibile ai problemi quotidiani dei cittadini, ed invece è molto sensibile alla prepotenze ed alle arroganze esterne al palazzo, ed è soggetto ai ricatti politici di un gruppo dii consiglieri di maggioranza che, oltre il fatto che non sa contare vedi vicenda Ciorba Lorenzo, ma vuole arraffare quello che c’è da arraffare in nome del riformismo, della moderazione e della novità politica, tutto sotto il segno di Fioroni.
Fioroni dentro e fuori al PD, Fioroni partito e Fioroni civico, Fioroni bifronte, egli ha creato una stampella al suo gruppo minoritario nel gruppo consigliare del PD, per controllare meglio il malcapitato Micheloni e decidere le sorti di questa sua amministrazione che è senza vergogna e senza freni inibitori.
L’unico dato politico positivo, e non di poco conto, è che la maggioranza fioroniana nel Consiglio Comunale è in minoranza, 12 consiglieri sono poca cosa rispetto a 32, noi guardiamo con rispetto ed attenzione a quei consiglieri del PD che con responsabilità e dignità cercano di frenare iniziative e situazioni imbarazzanti, strumentali e dannose per gli interessi cittadini.
Ritornando alla vicenda Vannini il nostro gruppo chiede ufficialmente che chi ha preso questa decisione impopolare, ingiusta e dannosa per l’efficienza del servizio di igiene urbana venga in Consiglio e riferisca di quanto accaduto.
La Città ed i cittadini vogliono sapere e chiedono chiarezza e rispetto, quindi è un obbligo, per chi ha deciso questa vile azione, venire e relazionare su questo misfatto amministrativo.
Non ha avuto neanche il coraggio di dirlo prima a lui e poi alla stampa, mancanza di attributi (il collega Filippo Rossi li chiama in altro modo sempre riferendosi a lui), mancanza di stile e di rispetto (del resto non è la prima volta che si comporta così) nei confronti di un professionista serio e scrupoloso che ci ha messo la faccia, stava lavorando bene ed era utile e funzionale alla gestione di questo settore importante, ed era figura indispensabile soprattutto ora che c’è l’esigenza della predisposizione di un nuovo appalto milionario del servizio.
Vigliacca e subdola la proposta, come da dichiarazioni del prof. Vannini, di addurre motivazioni false alle sue eventuali dimissioni spontanee, una ipocrisia politica ed amministrativa monumentale.
Evidentemente la trasparenza, la qualità e l’impegno concreto non sono qualità che aggradano a chi decide queste cose.
Altra proposta allucinante e scandalosa è l’ipotesi che il prof. Vannini possa essere richiamato in futuro come consulente del sindaco, prevedendo costi aggiuntivi alla collettività e dimostrando che chi comanda può gestire i soldi delle tasse pagate dai cittadini come più gli aggrada.
Vannini persona seria, affidabile e dignitosa gli ha risposto anche su questo fatto in maniera netta e precisa.
Segnaliamo che già siamo a 4 assessori cambiati (3 dimessi ed uno cacciato), 3 presidenti di consiglio (due dimessi ed uno in difficoltà per l’avviso pubblico), più tutta una girandola di entrate, uscite e spostamenti vari dei dirigenti, condite con qualche inchiesta della magistratura, aggiungiamo tutte le figuracce mondiali fatte fare alla città dal sindaco “Micheloni” e da alcuni componenti la sua giunta, dimostrano in maniera irreversibile che è meglio finirla qui, i cittadini dicono giustamente: tutti a casa! Ma per andare tutti a casa è necessario che vada a casa il primo cittadino.
Lui dice che non si dimetterà se non potrà attuare il programma: ci dica anche di chi è il programma che lui vuole attuare e ce ne faremo una ragione.
Da ultimo riportiamo una battuta sentita in città, fatta da alcuni cittadini: “Appalto ricco… mi ci ficco”.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Sergio Insogna e Francesco Moltoni
Consiglieri comunali del gruppo GAL