Percorso archeologico di Tarquinia. Giorno tre. E per quanti si fossero persi le puntate precedenti, sappiate che le trovate qui sotto, su Viterbopost.
La patata bollente, in ogni caso, è stata tirata fuori dal Cinquestelle locale. Attraverso un’interrogazione in sede di Consiglio, alla quale è seguito un silenzio lungo un mese. Ieri, invece, il sindaco di casa Mauro Mazzola ha stemperato gli animi. Secondo il primo cittadino infatti è tutto ok. E a breve si comincerà a lavorare.
E siamo a oggi, la parola passa all’archeologa Lorella Maneschi. Professionista che sa bene come sono andate le cose, poiché proprio sul sito ha condotto “un intervento di somma urgenza per verificare se il cemento insisteva su un’area archeologica”.
Ma prima di procedere, ecco anche l’intervento della minoranza: “Domani c’è di nuovo il Consiglio – dicono – ci attendiamo una relazione dettagliata su un’opera che si sarebbe dovuta fare tempo fa, e che invece ancora non è nemmeno partita”.
E torniamo alla Maneschi. “Sono intervenuta come ‘esterna’ – racconta – ho condotto lo scavo, nel 2008, trovando ben 25 tombe”. E già qui spunta fuori la prima incongruenza: ma la ditta non è stata fermata nel 2010? E se sì, che senso aveva partire coi lavori in un’area che già di per sé era stata decretata archeologica, e quindi sopra non vi si poteva costruire? “Spesso accade – prosegue l’archeologa – e certe ‘regole’ vengono scavalcate. Comunque, proprio nel 2010 ho presentato lo scavo in un convegno. Ben 16 tombe sono sotto quel cemento (quarantuno il numero totale, ndr). In fin dei conti stiamo parlando del versante occidentale della necropoli, era logico trovarle. La mia tesi è confermata dalla Fondazione Lerici, che ha condotto indagini georadar”.
Ok, le tombe ci stanno. Sopra vi è del cemento. I soldi per toglierlo il Comune li ha incassati da cinque anni. Perché non si comincia a scavare e a realizzare questo benedetto percorso? “Credo che con 178mila euro, al massimo si riesca a togliere il cemento – sempre lei – ce ne sta tantissimo, e non si può certo intervenire con ruspe e martelli pneumatici. Occorrono attenzione e gente preparata. Ma poi?”.
Già, ma poi? A tombe scoperte? “Chi ce li mette altri quattrini per arrivare al famoso percorso? – chiude con amarezza la Maneschi – Quelli non bastano di sicuro. E dire che il sindaco Mazzola, quando abbiamo scoperto l’entità della necropoli, si presentò con l’allora consigliere regionale Parroncini e col presidente della Provincia Mazzoli. Sembravano interessati. Grandi proclami e dopo il buio totale. E la Sovrintendenza continua a mandare lettere, a sollecitare l’intervento. È assurdo. È paradossale”.