Gli ulivi della Tuscia tornano a fare il loro dovere. L’anno scorso non andò proprio benissimo, almeno in termini di quantità, perché la qualità è rimasta sempre nel segmento elevato. L’annata 2015, pur essendo i dati assolutamente provvisori (la raccolta e la molitura sono in pienissimo svolgimento) si presenta con segni decisamente positivi: il prodotto è abbondante, la resa (cioè la quantità di olio che si ricava da un quintale di olive) elevata e la qualità resta decisamente in fascia alta. Informazioni non scontate che vale sempre la pena dare quando si parla di uno dei settori trainanti dell’economia viterbese e di uno dei prodotti di eccellenza, fiore all’occhiello di decine di agricoltori e di aziende che da quegli alberi antichi traggono sostentamento e reddito.
E così, secondo tradizione, tornano anche le feste dell’olio che rappresentano il momento popolare e perciò maggiormente riconoscibile, ma dietro questi appuntamenti c’è un lavoro certosino che dura un anno intero e che certifica la qualità dell’extravergine di casa nostra. Che poi è anche l’unica provincia del Lazio a poter vantare nel suo palmarès due dop: Canino e Tuscia, appunto. Hanno dato il via alle danze Blera e Vignanello (che replica anche nel prossimo fine settimana), successivamente toccherà a Gallese (21 e 22 novembre) e si chiuderà con Vetralla e Canino che concentrano la maggior parte degli appuntamenti nel lungo week end dell’Immacolata.
E’ il presidente della Camera di commercio Domenico Merlani a benedire le kermesse in una location inusuale ma assolutamente di livello come Villa Tedeschi, sede del Cefass, l’azienda speciale dell’ente camerale che ha tra i suoi compiti istituzionali anche la mansione di dare il voto all’olio. Alla presentazione delle rassegne, partecipano infatti anche le due capo panel dei distretti Vt1 e Vt2 in cui è divisa la Tuscia. Lucia Lancetti e Maria Teresa Frangipane sono le responsabili, appunto, dei panel. Espressione inglese che si può tradurre come “gruppo di persone che si occupano di dare giudizi”. Un insieme di esperti che utilizzando parametri oggettivi e riconosciuti in ogni angolo del pianeta, sancisce la qualità di un olio, la presenza di eventuali difetti, la categoria cui appartiene. La presentazione fila in scioltezza con gli interventi del presidente Merlani (“E’ un settore trainante della nostra economia”), del sindaco di Canino Mauro Pucci (“Quest’anno è la 55. edizione della nostra festa: siamo i più anziani”), dell’assessore di Vetralla Dario Bacocco ( “Con Pucci siamo molto amici, ma quando si parla di olio, la rivalità con Canino è sempre molto viva”), del presidente della Pro loco di Gallese Emanuel Demetrescu (“Venite e trovarci perché da noi si mangia davvero bene”), di Fabrizio Pini, presidente Cia (“La nostra agricoltura deve molto al settore olivicolo”).
Ma è la seconda parte che riserva le sorprese più interessanti: basta scendere un piano e si arriva nel laboratorio dove i panel si riuniscono e deliberano. Le due responsabili Lucia Lancetti e Maria Teresa Frangipane danno una dimostrazione pratica di come avviene una degustazione e di come sia possibile stilare una “pagella” conclusiva. E’ un viaggio che utilizza una serie di importanti competenze ed esperienze acquisite nel tempo, ma è anche un percorso che utilizzando olfatto e gusto permette anche all’ignorante più assoluto della materia di individuare alcune caratteristiche (e anche alcuni difetti). E così si scopre il gusto fruttato del Canino (si percepiscono nettamente il sapore e l’odore del frutto, cioè dell’oliva) e si accerta pure che un certo olio acquistato al supermercato e venduto come extravergine, in realtà non ha il diritto di fregiarsi di questo appellativo. La sintesi è presto fatta: l’olio della Tuscia è ottimo e nel corso degli anni, proprio utilizzando i consigli (e le tirate d’orecchi…) del panel, la qualità è andata progressivamente aumentando. Valgono, comunque, sempre i gusti dell’acquirente: in ogni caso, il consiglio degli esperti è che vale sempre la pena spendere qualcosa in più e comprare un prodotto dop che è garantito da una serie di rigorosi controlli e che quindi può essere consumato in assoluta tranquillità.
E allora che si brindi pure. Con l’olio della Tuscia, naturalmente.