Le ultime vicende amministrative relative alle questioni mense e Rsa e le modalità con le quali sono state affrontate, tra esponenti della giunta e della maggioranza, convincono ancora di più me e il collega Francesco Moltoni che la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco è ben motivata e necessaria.
Aver approfondito i problemi con i diretti interessati, destinatari e vittime dei penalizzanti effetti delle due delibere di Giunta, quella dell’aumento delle tariffe peraltro anche suffragata dal voto di approvazione della maggioranza, aver constatato che tutto ciò che è venuto fuori nelle discussioni e nel dibattito ha messo a nudo l’approssimazione, la superficialità ed anche la poca competenza con cui sono stati decisi questi provvedimenti economici, che stanno pesantemente incidendo sulle economie familiari di centinaia di famiglie viterbesi interessate da questi provvedimenti non ponderati, iniqui e scriteriati garantiti dal sindaco Michelini.
Abbiamo letto con stupore che il primo cittadino ha affermato che sulle Rsa decide lui. Ci viene spontaneo chiedergli: sinora chi ha deciso? Dov’era e dov’è il sindaco? Chi è il sindaco di Viterbo?
Aver ricevuto una diffida ufficiale dalle famiglie dei degenti delle Rsa è una cosa grave, uno smacco ed un atto di sfiducia che è ben più grave di quella mozione che andremo a discutere il 12 novembre, come è altresì grave aver ricevuto le lamentele e la sfiducia da centinaia di famiglie riguardo l’aumento delle tariffe delle mense.
Ora la giunta ed il sindaco sono in difficoltà e chiedono soccorso ed aiuto ai consiglieri comunali, come già successo in precedenza su altre questioni, per riparare ai danni fatti da loro, chiedono aiuto a quelli stessi consiglieri ignorati da loro e che vengono considerati importanti solo al momento del bisogno e dell’emergenza amministrativa: questa era ed è diventata una situazione grottesca ed è una farsa che non può avere ulteriori reiterazioni, ormai è venuto il momento di fermare questa storia e questo andazzo.
I consiglieri comunali stanno in Consiglio per cercare di risolvere i problemi della città e dei cittadini, e non per risolvere i problemi di una giunta pasticciona ed arrogante, che li scavalca su ogni questione e poi cerca il loro appoggio quando spesso e volentieri è in difficoltà e non sa più cosa fare.
L’occasione è la discussione della mozione di sfiducia al sindaco, che, per quanto ci riguarda, non è un atto precostituito o ideologico, ma è suffragato da tutta una serie di errori, di superficialità, di atti di arroganza e presunzione amministrativa che di fatto hanno rinnegato lo scopo, l’obiettivo e gli impegni che ci eravamo presi nei confronti della città in fase elettorale, oltre il fatto grave di aver costantemente offeso istituzionalmente la dignità ed il ruolo dei consiglieri comunali, in quanto costantemente ignorati dal sindaco e dalla giunta.
Dovevamo cambiare la qualità della vita dei cittadini e la qualità dei servizi erogati, dovevamo riqualificare le strade, valorizzare le fontane, dare attenzione agli ex comuni, le frazioni, i quartieri, le zone rurali, dovevamo far rinascere il centro storico, aprire la strada ai finanziamenti europei per aver maggior risorse, dovevamo fare di Viterbo il polo termale per eccellenza, volevamo aiutare i più deboli ad affrontare la crisi economica in maniera più dignitosa e sicura, volevamo far decollare Viterbo come la città d’arte e di cultura, volevamo fare tante altre cose o meglio avevamo promesso che avremmo fatto tante cose, ma sinora abbiamo fatto poco o nulla.
Se dopo due anni e mezzo dobbiamo ridurre i risultati per la Città: alla nuova Macchina di S.Rosa, alla Macchina, quella vecchia, all’Expo, alla Macchina, quella vecchia, in Cina con accordo economico compreso presso la Volpara “Expo”, sarebbe stato un “geniale” accordo se non fosse che i cinesi già hanno invaso commercialmente la nostra città, e peraltro si evidenzia una particolare attenzione per i commercianti cinesi a fronte di un evidente trascuratezza per i problemi dei commercianti viterbesi, a cui tutto è reso difficile. Fiore del Cielo è diventata la Macchina di S.Rosa da Expo…rtazione. Peraltro la Macchina di S. Rosa autentica ed ufficiale, riconosciuta dall’amministrazione e dalla Città è solo ed esclusivamente Gloria di Raffaele Ascenzi.
Se dopo due anni e mezzo di governo della città questi sono i risultanti più brillanti, uniti anche ad una meritevole candidatura a Capitale europea del volontariato, allora siamo messi proprio bene, per dirla alla Michelini: c’avete la Macchina di S.Rosa nuova, c’avete sto’ popo’ di risultati, ma di che cosa vi lamentate?
Infatti non è più il tempo di lamentarsi ma è venuto il momento di decidere e dare un voto alla gestione ed al sistema di governo Michelini, noi del Gal siamo dell’idea che Michelini deve andare a casa e siamo convinti che per il bene della Città sia necessario far dimettere il sindaco, quello sulla carta, Michelini e voteremo con convinzione la mozione di sfiducia con la speranza che altri consiglieri di maggioranza si rendano conto che questa agonia amministrativa deve cessare, perché le situazioni non si possono sempre rattoppare ed ormai non si torna più indietro ed è inutile e patetico dire: è l’ultima volta.
L’ultima volta per noi del GAL è già passata e se è vero, come afferma saggiamente il collega Troili, che tutti i nodi vengono al pettine; al nostro pettine i nodi sono arrivati, certo poi dipende da che tipo di pettine e dalla larghezza dei denti che ogni collega della maggioranza ha…
Comunque c’è un’altra soluzione per evitare la discussione della mozione che parte dalla considerazione oggettiva, e suffragata dallo stesso sindaco, che siccome l’ingegner Michelini “campa del suo”, e che quindi non ha necessità di fare politica per campare, di sua spontanea volontà prende atto della sua conclamata inadeguatezza a svolgere il ruolo di garante degli interessi della Città e dei consiglieri comunali, e si dimette prima del 12. Così evita la mozione di sfiducia e lascia “campare” tranquilli i cittadini viterbesi. Tanto era dovuto
I consiglieri del gruppo GAL
Sergio Insogna e Francesco Moltoni