“L’olio è uno dei nostri prodotti di eccellenza e non possiamo permetterci che sia vanificato il lavoro dei nostri imprenditori con la concorrenza sleale dei falsi made in Italy”. Parole e musica di Ermanno Mazzetti, direttore della sede viterbese della Coldiretti.
E’ di qualche giorno fa la notizia dell’avvio da parte dell’Antitrust delle sette istruttorie per presunte pratiche commerciali scorrette, nei confronti di alcune importanti aziende che commercializzano olio in Italia. Coldiretti Viterbo invita l’Antitrust a fare chiarezza sulla destinazione finale delle importazioni da record con l’arrivo dall’estero nel 2014 di ben 666mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38% rispetto all’anno precedente.
“Un buon extravergine italiano non può essere venduto a meno di 6-7 euro al litro che – sottolinea Coldiretti – non coprono neanche i costi di produzione. L’Italia deve difendere dalle frodi il proprio patrimonio di olio made in Italy che quest’anno puo’ contare su una produzione buona di circa 400mila tonnellate con un aumento di almeno il 30% e di ottima qualità”. “Già la scorsa settimana – interviene il presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici – abbiamo invitato i consumatori a fare attenzione all’etichetta, ora invitiamo l’Antitrust a lavorare con la massima accortezza”.
“L’olio di oliva – sottolinea ancora l’organizzazione degli agricoltori – è un settore strategico del made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate. In questo contesto è importante lo storico accordo-quadro per valorizzare tutti i protagonisti dell’intera filiera, dall’olivicoltura all’industria passando per il commercio, che riconosce un adeguato sostegno al mondo olivicolo italiano, prevedendo per i produttori capaci di fornire un olio di elevato livello qualitativo un vero e proprio premio, vale a dire il pagamento di 40 centesimi al chilo in più rispetto al prezzo di mercato”.
“L’olio in questione dovrà possedere un’acidità massima di 0,4 e requisiti chimico-fisici migliori rispetto a quelli previsti dalla normativa vigente. Si tratta – conclude la Coldiretti – di un impegno per la valorizzazione che non puo’ essere vanificato da pratiche commerciali scorrette come quello su cui sta indagando l’autorità garante per la concorrenza e il commercio”.