La crisi sta lentamente mollando la presa, dopo anni terribili che hanno fatto danni enormi e che abbisognano di tempi lunghi per poter essere completamente recuperati. Eppure, oltre alle certificazioni che arrivano dai più autorevoli e competenti istituti di ricerca italiani e internazionali, ci sono altri segnali ugualmente consistenti che riguardano un settore trainante come l’edilizia. Non tanto nel comparto delle nuove costruzione, quanto nelle ristrutturazioni e negli ammodernamenti che tengano nel massimo conto gli adeguamenti energetici. Insomma, qualcosa si muove soprattutto perché le banche hanno allentato i cordoni della borsa, rendendo più facile l’accesso ai mutui immobiliari.
Dati confortanti arrivano dall’Ufficio studi di Tecnocasa che certifica un balzo in avanti nella concessione di finanziamenti a carattere immobiliare. Scendendo nel dettaglio si scopre che nella Tuscia l’età media di chi ha sottoscritto un mutuo nel primo semestre 2015 è 39,2 anni; la fascia d’età maggiormente rappresentata è quella compresa fra i 35 e i 44 anni (48,4%): un valore decisamente superiore agli under 35 (36,9%). Insomma, la stragrande maggioranza di chi chiede e ottiene un mutuo ha meno di 45 anni. Nel Lazio si accede al mutuo in media a 40,7 anni e la maggiore concentrazione si ha nella fascia compresa tra 35 e 44 anni (41,4%), seguita dagli under 35 che rappresentano il 28,5% del totale.
Un ulteriore aspetto è quello relativo alla professione del mutuatario, da cui emerge che la sicurezza economica è tra gli elementi fondamentali richiesti dagli istituti di credito per erogare un finanziamento. Tale caratteristica identifica l’87,8% del campione, a fronte del 6,7% di chi ha un contratto di lavoro flessibile (tempo determinato o autonomo). L’83,9% è in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mentre i pensionati rappresentano il 3,9%.
Anche il Lazio segue la tendenza generale, infatti i lavoratori a tempo indeterminato costituiscono l’82,3% del totale, mentre i pensionati sono il 6%, portando quindi l’ammontare dei “redditi certi” a quasi il 90%. Chi ha un lavoro flessibile incide, invece, per il 7,7% (i liberi professionisti e lavoratori autonomi sono il 4,8%, mentre i titolari d’azienda il 2,9%). I lavoratori a tempo determinato, invece, pesano per il 2,9%.
Viterbo, in particolare, si caratterizza per il 90,3% di lavoratori a tempo indeterminato, a fronte del 6,5% di pensionati e del 3,2% di imprenditori. Dati che differiscono in maniera abbastanza sensibile rispetto all’andamento nazionale che, secondo i rilevamenti di Tecnocasa, nel primo semestre del 2015 evidenziano come il 9,2% degli acquisti è stato effettuato da soggetti in pensione: quasi il 3% in più rispetto alla Tuscia. Il che lascia intendere che le banche del territorio tendono a fidarsi meno di chi è andato in pensione, nonostante sia in possesso comunque di un reddito certo e costante.
I pensionati (che evidentemente utilizzano il danaro incassato con il Tfr) nel 59,2% dei casi hanno comprato l’abitazione principale, nel 26,2% dei casi hanno acquistato per investimento ed infine il 14,6% degli acquisti ha riguardato la casa vacanza. Rispetto ad un anno fa (I semestre 2014) aumentano le percentuali di acquisti per investimento e per casa vacanza (rispettivamente del +1,5% e del +4,6%). Va anche rilevato che, restando su questo target di acquirenti, si è constatato che solo il 15,8% degli acquisti è stato effettuato con l’ausilio di un mutuo, mentre l’84,2% della compravendite è avvenuto senza l’intervento da parte di istituti di credito. Rispetto al primo semestre del 2014 diminuisce ulteriormente la percentuale di coloro che acquistano senza mutuo, un anno fa infatti si attestava sul 17,1% contro il 15,8% di questo semestre. Le richieste dei pensionati si sono concentrate maggiormente sui trilocali (35,2%), seguiti dai bilocali (28,1%) e dai quattro locali (14,4%); ville, villette, rustici, case indipendenti e semindipendenti compongono insieme il 14,6% degli acquisti. Il 65,8% dei pensionati che ha acquistato attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa è coniugato, il 18,4% è vedovo, l’8,5% è celibe/nubile e il 7,3% è separato/divorziato. Spostando l’attenzione sui venditori risulta che un quasi un terzo di coloro che hanno venduto casa nel primo semestre del 2015 è un soggetto in pensione (31,6%). Il 44,0% dei pensionati ha venduto per reperire liquidità, il 42,4% per migliorare la qualità abitativa ed il 13,6% per trasferirsi in un altro quartiere o in un’altra città.