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“Con la Buona Scuola si torna ad investire”

L'intervento dell'onorevole Alessandro Mazzoli in un incontro a Orte

L'intervento dell'onorevole Mazzoli a Orte

L’intervento dell’onorevole Mazzoli a Orte

“Con la riforma della Buona scuola, abbiamo cambiato rotta: siamo tornati a investire sull’istruzione e sui professionisti che la garantiscono. Molto resta da fare e certo tutto è migliorabile, ma questa è la direzione giusta dopo anni di tagli indiscriminati.

 

Intorno alla vicenda della riforma c’è stata una lunghissima discussione, anche molto difficile. A Viterbo  un anno fa facemmo un incontro con il mondo della scuola alla fine del periodo di raccolta dei contributi online per l’elaborazione della riforma. Sono l’unico parlamentare del territorio che ha incontrato diverse volte i sindacati e li ho fatti incontrare a loro volta anche con i membri della commissione. Non ci siamo mai sottratti al confronto”.

Se si confronta la proposta iniziale del Governo col provvedimento approvato dal Parlamento siamo di fronte a cambiamenti epocali perché abbiamo trovato un equilibrio tra le richieste delle piazze, dei 90 soggetti ascoltati in audizione, e la linea dell’esecutivo.  Di fronte allo sfregio del taglio degli 8 miliardi da parte di Tremonti e Gelmini, reagimmo duramente: in nessun altro Paese civile del mondo è successa una cosa simile. Abbiamo ripristinato almeno una parte delle risorse tagliate e questo significa aver cambiato del tutto visione. Stiamo tornando a rimettere al centro la scuola: certo, non si fa con un’unica operazione ma la direzione è quella giusta.

Oltre alle risorse abbiamo cambiato il sistema: sul precariato, ho chiesto informazioni e non ho trovato nessuna autorità in Italia capace di certificarne il numero. Nessuno lo sa effettivamente. Questa era una giungla, non certo per colpa dei precari. Noi abbiamo avviato un percorso capace, in un lasso di tempo medio, di affrontare questo problema. Abbiamo anche aggiornato la scuola alla realtà che cambia, valorizzando l’autonomia: non siamo un Paese tutto uguale e abbiamo bisogno di un sistema formativo sì nazionale ma anche capace di affrontare le diverse realtà locali per sconfiggere la dispersione scolastica. La sfida dell’autonomia è  responsabilizzare tutti quelli che concorrono alla vita degli istituti e farne il motore del sistema di formazione nazionale.

La vicenda delle scuole paritarie sta dentro la riforma Berlinguer: in cambio del riconoscimento, devono stare alle regole del pubblico. E infatti abbiamo messo una norma contro i diplomifici. Ulteriore conferma di come la Buona scuola abbia cercato e cerchi di mettere in movimento una comunità straordinaria come quella della scuola italiana. E, ricordo infine, questa riforma ha contribuito a ricostruire la credibilità del Paese, insieme alle altre approvate dal governo Renzi”.

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