Una settimana. Già, esattamente fra sette giorni la Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo, comunemente (e anche affettuosamente) chiamata Carivit non ci sarà più. Dal 23 novembre, infatti, sarà completamente operativa l’integrazione con Banca Intesa che ne ha rilevato la maggioranza delle quote e che quindi diventa azionista di maggioranza, cioè il proprietario. L’operazione conclude un lungo percorso cominciato con l’intervento della Cariplo (Cassa di risparmio delle province lombarde) che una ventina d’anni fa intervenne per togliere dai guai lo storico istituto di credito viterbese, finito in grossa difficoltà a causa di una gestione piuttosto “allegra”. Da allora, attraverso una serie di passaggi, la presenza del colosso bancario lombardo-piemontese è stata sempre più massiccia: invasiva, si direbbe con aulica espressione.
Adesso siamo praticamente all’epilogo. Spariscono i marchi più piccoli (tanto per restare in territori vicini alla Tuscia, la stessa sorte di Carivit tocca anche alle “cugine” di Rieti e Civitavecchia) e Intesa Sanpaolo entra dirittamente rilevando filiali, agenzie e sportelli. Un processo non del tutto indolore poiché prevede accorpamenti, chiusure di alcune sedi, spostamenti di personali e pure qualche esubero. Nel senso che, ad esempio, la filiale viterbese della Cariciv (che sta dalle parti di via Garbini) sparisce per essere unificata con l’agenzia 3 della Carivit (in via Polidori). E se, per ipotesi, complessivamente nelle due sedi erano impiegate 20 persone, è naturale che adesso dopo l’accorpamento ne saranno utilizzate 15, forse 16 in tutto. E coloro che restano fuori? Proprio di tali problematiche si sta discutendo tra azienda e organizzazioni sindacali in questi giorni.
Dai piani alti di Intesa si è sempre sostenuto che non si saranno interventi di alcun genere sulla forza lavorativa e, d’altro canto, proprio dalle colonne di Viterbopost, Paolo Capotosti (segretario provinciale della Fabi, il sindacato maggiormente rappresentativo sia in Carivit che, più in generale, nella Tuscia intera) aveva ammonito la direzione ad evitare interventi diretti sui lavoratori. La sintesi del suo ragionamento fu: se ci sono colleghi che sono nelle condizioni di andare in pensione, la questione va discussa con i sindacati e non con i diretti interessati. Come pure, Intesa Sanpaolo ha sempre tenuto a sottolineare che non ci saranno novità di alcun genere per i correntisti e che la vicinanza al territorio (sia privati che aziende) continuerà ad essere costante e attenta. Si vedrà.
Intanto, anche visivamente si nota che le cose stanno cambiando: da qualche giorno, ad esempio, l’agenzia 3 Carivit è interessata da lavori e interventi che ne stanno radicalmente cambiando il volto. Per di più, un cartello affisso all’ingresso comunica ai clienti che venerdì prossimo gli sportelli saranno aperti fino alle 12,30. E’ evidente che il prossimo fine settimana sarà utilizzato per mettere a punto gli ultimi meccanismi di integrazione. Poi da lunedì, addio Carivit. E stavolta senza ritorni. Più di 150 anni di storia cancellati con un colpo di spugna…