Prima di Gigi D’Alessio. Prima di Renato Zero. E addirittura prima di Andreotti (che non è un musicista, ma rende bene l’idea di quanto indietro si stia parlando).
Prima di loro, già si suonava. È ufficiale. E l’università della Tuscia ospita un incontro (inusuale) che dà testimonianza a quanto appena affermato. Una sorta di conferenza – jam session. Curiosa notizia, che vale senza ombra di dubbio la pena di approfondire.
Il progetto si chiama Emap, ossia European music archeology project. Nel senso: andiamo a riscoprire spartiti e strumenti risalente a tempi remoti. Rispolveriamoli (o meglio, ricostruiamoli), e tentiamo di dargli voce.
Succede così che domani (ore 10) nell’aula magna di Santa Maria in Gradi, una manciata di pazzi (o scienziati, poco cambia) si diletterà nell’utilizzo di strani accrocchi. Il tema è quello degli strumenti a fiato, partendo dall’Europa del nord e tirando giù fino all’Italia. Cioè, agli etruschi e ai romani. Tranquilli, Vasco non è menzionato.
Cosa avranno modo di udire gli eventuali avventori? Il “carnyx” dei Celti, tanto per gradire. Un affare lungo due metri con appesa una fiammeggiante campana zoomorfa. Ce ne saranno un paio, addirittura. Quello di Tintignac e il cugino di Sanzeno (chi non li conosce…). Verranno affidati a una coppia di specialisti, John Kennedy e Ivan Ascari. Che saranno accompagnati a loro volta da un altro Kennedy (Patrick), preposto al “lituus”, la maestosa tromba etrusca (molto meglio di quella di Roy Paci).
E a proposito di etruschi, Gaetano Delfini e Daniele Ercoli imbracceranno il “cornu” e la “tuba”. A questo delizioso pacchetto alternativo si uniranno la “salpinx” greca (nulla a che vedere col rebetiko), la tromba celtiberica in terracotta di Numanzia, l’iconico “lur” in uso tra le popolazioni baltiche e scandinave, la tromba irlandese di Loughnashade.
Il canovaccio si snocciolerà tra grandi classici dell’Età del Ferro e del Bronzo, e cose più contemporanee, tipo del Neolitico.
Considerando la portata del tour va rimarcato che una sola data non poteva bastare. E quindi dopodomani secondo appuntamento: si parlerà solo di musica etrusca. Mentre sabato, all’auditorium (sempre di Santa Maria, ore 21), altra live performance.
Il tutto per rispolverare un viaggio a ritroso nel tempo che, probabilmente (ma non è certo) toccherà addirittura epoche in cui non c’erano ancora Bobby Solo e Gigliola Cinquetti. È gradito l’abito scuro. Non sarà necessario presentarsi con la clava.