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Aliti e sospiri incanta la Sala regia

A Palazzo dei priori la presentazione delle poesie di Nadia Pascucci: "Un sogno che s'avversa"

Cristina Pallotta e Nadia Pascucci

Cristina Pallotta e Nadia Pascucci

Quando s’abbassano le luci e partono i filmati, la poesia scorre via dalle parole di Nino Castorina e invadono questa Sala regia piena, più piena, per dire, del giorno precedente, quando aveva ospitato la firma per il protocollo del gemellaggio tra Viterbo e Luoyang. Aliti e sospiri, nel pomeriggio della grande presentazione dell’omonima raccolta firmata da Nadia Pascucci per i tipi di Rumori dell’anima.
Un’opera prima che è lo specchio della personalità della poetessa viterbese: “Nadia, una personalità vulcanica, e prendo in prestito l’aggettivo utilizzato da Viterbopost – dice nell’introduzione la giornalista Cristina Pallotta – Perché non c’è termine più azzeccato, per una persona che ha sempre il sorriso, che fa tante cose, ha insegnato a lungo e si è fatta amare dai suoi studenti, adora l’arte, ogni tipo di arte”. Versione e visioni confermate – semmai ce ne fosse bisogno dalla prefazione del libro, firmata dalla grande poetessa Carolina Turroni.

La Sala regia piena

La Sala regia piena

Poi tocca a lei, a Nadia Pascucci: “Per me è una serata speciale – dice – Perché si avvera un sogno che non credevo potesse realizzarsi”. Poi le spiegazioni: la copertina, con una vivace illustrazione del maestro Roberto Joppolo (“Tanti colori, che sono battiti di vita”). I ringraziamenti all’editore (“Per la fiducia e per la stima”). Il bel risvolto benefico, visto che il ricavato dalla vendita di Aliti e sospiri andrà all’associazione Janin e Janet, che padre Scaringella conduce da anni in Madagascar.

Poi è solo poesia. Sullo schermo, con filmati a tema, e dal vivo, con le declamazioni di Gianluca Zappa. Si parla d’amore, “amore per il proprio innamorato, ma anche per la famiglia, la natura, gli ultimi. I miei versi nascono dalle cose che vedo, dalle emozioni di uno stato d’animo del momento, da ciò che mi viene dal cuore”. Lo abbiamo visto, lo abbiamo ascoltato, lo abbiamo sentito. Tutto vero.

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