Tu chiamale, se vuoi, questioni di campanilismo inconsapevole. O, magari, quell’inspiegabile voglia di rivalsa che si ha dentro sin dalla nascita.
Da un lato ci sta Viterbo, Viterbo città. Con il suo potere politico, amministrativo, giudiziario, piazzacrispino. Dall’altro Bagnaia, Bagnaia frazione. Un tempo Comune. Oggi depredata di ogni potere. E pure (volendo) del prefisso telefonico.
Così, se per un viterbese la data da cerchiare in rosso sul calendario è quella del 3 settembre: il giorno del Trasporto, per quanti fossero caduti dal pero di testa. Per un bagnaiolo doc (che certamente non disdegna Santa Rosa, la Machina e forse anche gnicosa), il dì di festa sopra ogni altro è il 16 di gennaio. Il Focarone, lo chiamano sia de dentro che de fori. Il Sacro fuoco di Sant’Antonio abate è invece la dicitura corretta (che chiaramente viene pronunciata solo da chi, il Fuoco con la “F” alta, non lo sente scoppiettare ad altezza cuore).
Ma veniamo a noi. E veniamo ai tempi moderni. È trascorsa appena una manciata di giorni dall’apparizione dello spocchioso Fedez. Il dj-rapper-paracul-conduttortelevisivo si è goduto un bagno di folla non da poco in una nota discoteca locale. Anzi, viterbese. Foto di rito. Signorine cariche di ormoni stipate ovunque. E tanto, tanto calore.
Quale sarà ora la risposta bagnaiola su pentagramma? Pochi ci hanno pensato, forse. E magari gli organizzatori stessi nemmeno se ne sono accorti. Ma la rivalsa di frazione avverrà proprio il giorno 16 del prossimo gennaio. Quando sul palco del Focarone (uno dei più caldi, alcolici e seguiti del centro Lazio) saliranno gli Iron mais. E chi sono?, si chiederanno in molti. Ma come? Sono quella band assurda uscita durante l’ultima edizione di X-Factor. Quei pazzi di Como che fanno (e alla grande) un genere pressoché improponibile: il cow-punk.
Ma, soprattutto, sono quei ragazzi che proprio Fedez “il giudice” ha eliminato durante gli “Home visit”. Lui, che li aveva illusi di future glorie, ha deciso di scaricarli poiché non adatti al “cinismo dell’industria musicale italiana”. Una macchina imperfetta nella quale, guarda caso, Fedez ci sguazza di brutto.
E bravi Iron mais, quindi. Fantastico tra l’altro il nome agricolo che riporta agli Iron Maiden. Lo star system non vi ha voluto, ok. Ma al pubblico colto (e pure a quello pazzo) sono bastate un paio di puntate in tivù per regalarvi un tour di tutto rispetto. Non solo Bagnaia, infatti. Ma anche Calco, Pistoia, Gallarate, Cantù, Legnano, Massa e chi più ne ha più ne metta (in crescita esponenziale).
Il sestetto, per chiudere, è così formato: voce, basso, violino, banjo, chitarra e batteria. Il repertorio spazia dal country al bluegrass, con punte rockabilly e hard rock. Lo spettacolo è assicurato. I costumi d’un trash terrificante. E la vendetta (bagnaiola) sarà servita su un piatto freddo che, considerando le temperature, si potrà scaldare in zona fuoco.
Buon divertimento.