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Vuoi la ciclabile sul lago? Pedala

Sindaci uniti, il consigliere Valentini li supporta, i lavori potrebbero partire

Il lago di Bolsena, dall'alto

Il lago di Bolsena, dall’alto

L’idea ha radici talmente tanto lontane, che ci si chiede se sia nato prima il lago di Bolsena o la pista ciclabile che gli si vuol costruire attorno. Insomma, è un po’ come la storia della Trasversale Orte-Civitavecchia. Se ne parla da almeno venti anni (ad essere ottimisti), e l’opera risulta ancora semplicemente un’intenzione.

Fatto sta comunque che negli ultimi giorni è stato il consigliere regionale Riccardo Valentini, a riproporre la questione. “Perché non facciamo in modo che il bacino sia percorribile in toto su due ruote? – la sintesi del messaggio utopistico trasmesso dalla Pisana – Rappresenterebbe un autentico volano turistico per la Tuscia. E non solo, ben si sposerebbe con l’approccio eco-sostenibile che tanto va di moda. Per noi parlare poi dei turisti provenienti dal nord-Europa, sempre in sella e sempre desiderosi di scoprire nuovi sentieri”. Non fa una piega, in effetti, il Valentini-pensiero. Anche se poi mezza provincia dopo l’enunciato si è armata di antichi rancori ed ha ricordato come la pista sia impossibile da fare.

Il consigliere regionale Riccardo Valentini

Il consigliere regionale Riccardo Valentini

“Io la proposi negli anni ’80”, si legge in rete. “Io raccolsi pure le firme”, commento successivo. “Io la ritirai fuori da assessore”, chiusura. Ma della pista, ad oggi, non c’è traccia. E Valentini viene anche accusato di essere il solito lanciatore di idee inutili. Quello che va alla ricerca del voto perduto.

In realtà però, dietro tutta questa confusione storica, c’è dell’altro. Per la prima volta infatti diversi sindaci si sono uniti in una lettera congiunta. E per diversi sindaci si intendono principalmente quelli orientati verso (centro) sinistra. La missiva è finita in Regione. E lo stesso Valentini l’avrebbe portata da un entusiasta presidente Zingaretti.
Così la pista, magicamente, è divenuta una “priorità”. Un qualcosa che si farà, dicono i vertici. Una qualcosa che si potrebbe fare, viene invece da stemperare. Poiché tra il dire e il fare, c’è di mezzo l’euro.
E qui si gioca la vera partita del capogruppo Pd. Interessante sarà pertanto comprendere dove e come reperire fondi. La logica impone un’unica via, quella europea. A mamma Bruxelles piacciono infatti i progetti aggregativi. Piacciono le cose che non ammazzano l’ambiente, anzi lo valorizzano. Piace lo sviluppo turistico.

Una pista ciclabile nel nord Italia

Una pista ciclabile nel nord Italia

Da ciò si evince che presentare un’idea di branco, darebbe accesso a finanziamenti copiosi. Poi toccherebbe ad ogni amministrazione il compito di sistemare il proprio spicchio di sentiero. Studiando la morfologia territoriale ben si comprende che ad esempio Capodimonte-Gradoli sarà un’opera più semplice rispetto a Montefiascone-Bolsena. O ad altri lembi dove, giocoforza, si dovrà seguire parallelamente la Cassia.
Ma non basta. Volendo infatti l’opera (si parla di terra battuta o asfalto ecologico) si potrebbe anche leggere come “la scusa”. Se infatti si presenta un qualcosa di ambizioso, i soldini andrebbero a coprire anche i guai Cobalb, e (perché no), pure la risistemazione delle strade provinciali e regionali. In un’ottica di incoming che sì, una volta tanto, avrebbe un taglio incredibilmente internazionale.
Nel dubbio, scendete in garage e cominciate a gonfiare le gomme.

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