Facciamo un sacco di chilometri in macchina (ma la notte no, come cantava Arbore), siamo quelli che corrono – mediamente – di più e forse proprio per questo, alla fine, non passiamo tantissimo tempo dentro gli abitacoli. E non perché da queste parti ci sia l’abitudine di guidare fuori dal finestrino, stile contea di Hazard.
Viterbesi al volante, dati sorprendenti. Li rileva l’osservatorio di una celebre compagnia di assicurazioni, quell’UnipolSai che è leader in Europa per scatole nere installate sulle autovetture e in Italia per l’R.C. auto. In Italia le scatole nere sono circa 4 milioni, consentono di prendere dati e orari degli incidenti, posizione Gps, velocità del veicolo. E proprio dalle registrazioni di questi affari che da qualche anno le assicurazioni piazzano nelle macchine è stato possibile tracciare e rendere noti – sempre nel rispetto della privacy del singolo utente – una mappa dei comportamenti degli automobilisti del Lazio. Viterbesi compresi.
Chilometraggio illimitato (o quasi). Subito le cose forti: attenzione, dopo i reatini – cugini vicini e lontani – gli abitanti della provincia di Viterbo sono quelli che percorrono più chilometri all’anno: 52 al giorno (i reatini 53), in un anno 14.640. Praticamente come un viaggio in Australia, ma senza il rischio di farsi attraversare la strada da canguri. A Roma, per dire, camminano molto meno: appena 45 chilometri al giorno, la maggior parte – c’è da scommetterci – trascorsi sul grande raccordo anulare, in un ingorgo lacoontico. Lo stesso i pontini, mentre a Frosinone la media è di 48 chilometri al giorno. Ora, perché i viterbesi utilizzano così tanto i mezzi privati? Forse perché i mezzi pubblici sono rari, scomodi, costosi? Oppure perché la Tuscia è vasta, e certi posti (di lavoro o meno) possono essere raggiunti più comodamente soltanto in auto? Misteri da TomTom.
Vita spericolata. Un record netto i viterbesi ce l’hanno, e se lo tengono stretto. Sono quelli che vanno mediamente più veloce in macchina, evidentemente in ispregio del pericolo e delle buche che punteggiano l’asfalto delle strade. La media annua si attesta sui 35.7 chilometri l’ora. Mezzo chilometro in più dei reatini – che si sa, hanno pure un sacco di montagne da scalare – e addirittura 5.2 chilometri all’ora in più di quei lumaconi dei romani. Insomma, nella Tuscia si sfreccia, tutti novelli Vettel, smanettoni alla stregua, per dire, dei proverbiali romagnoli. O, più probabilmente, le nostre arterie sono soltanto meno sgombre e meno trafficate delle altre della regione…
‘O sole mio. Curiosità che solleva altre curiosità: qui di notte si preferisce non guidare. Anzi: i viterbesi sono quelli che percorrono meno chilometri dopo il tramonto, dice lo studio di UnipolSai. Appena il 4.23 per cento del chilometraggio totale. E perché? Problemi alla vista? Fari rotti? Stanchezza dopo un lungo giorno di lavoro? Mancanza di attrattive serali? Vai a capire. Niente a che vedere con coloro che vivono a Latina e dintorni, dove evidentemente ci sono un sacco di locali e una movida notturna sfrenata, o qualcos’altro che giustifica il 5.13 per cento dei chilometri notturni percorsi sul totale. Beati loro. Ah, per la cronaca: il giorno in cui si cammina di più in tutto il Lazio è il venerdì, forse perché al traffico per ragioni di lavoro si aggiunge quello per lo shopping del fine settimana.
La macchina del tempo. E veniamo alla permanenza. I viterbesi trascorrono 1 ora e 27 minuti al giorno dentro l’abitacolo della loro auto (oltre 463 ore l’anno). Perfettamente in linea col dato nazionale e appena sotto quello regionale (1.29). I romani e i reatini arrivano all’ora e mezza spaccata. Che cosa si faccia poi durante tutto questo tempo – oltre a guidare s’intende – dall’indagine non è dato sapere, perché la scatola nera non lo vede. Però tra musica dall’autoradio, telefonate e messaggi, donne al trucco (perché per loro lo specchietto retrovisore serve solo a quello), uomini che sfruttano le code per tentare il rimorchio delle automobilisti affiancate, ci si può sbizzarrire con la fantasia.
Laziali a quattro ruote. “I dati dell’Osservatorio evidenziano una regione in cui l’utilizzo dell’auto, a eccezione della provincia di Roma, è superiore alla media nazionale – spiega Enrico San Pietro di UnipolSai – “Emerge in particolare un divario tra l’area metropolitana di Roma con il resto del Lazio. La predisposizione all’utilizzo delle due ruote unita alla rete di mezzi pubblici e alla possibilità di usufruire di forme di mobilità alternativa (car sharing, taxi), fanno sì che i romani utilizzino l’auto 26 giorni l’anno meno di chi vive a Frosinone e percorrano 2.500 km annui in meno rispetto a chi vive a Rieti o Viterbo”.