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Viterbese, ecco Nofri: “La svolta è possibile”

Il successore di Sanderra: "Lavoro e dialogo". Camilli: "Pronti sul mercato"

Il preparatore atletico Roberto Stefanelli e l'allenatore Federico Nofri

Il preparatore atletico Roberto Stefanelli e l’allenatore Federico Nofri

Da Brunello Cucinelli a Piero Camilli. Dal cachemire dell’alta moda alla lavorazione d’eccellenza della carne ovina. Federico Nofri Onofri capita sempre con grandi imprenditori. Ha allenato il Castel Rigone di proprietà del re dell’abbigliamento di qualità (“Arrivammo secondi, dietro il Perugia, quell’anno non si poteva vincere, lo diceva lo stesso presidente…”) e da ieri guida la Viterbese, la creatura che la famiglia Camilli vuole far diventare grande il prima possibile.

Stefanelli, Nofri e Camilli

Stefanelli, Nofri e Camilli

Dopo un turbinio di nomi e cognomi, di colloqui e depistaggi, è questo 45enne perugino, ex centrocampista di serie C (Castel di Sangro, Livorno) il successore dell’esonerato Sanderra, nonché il settimo tecnico viterbese della gestione Camilli. Lui, e non Marco Cari, come maldestramente annunciato da qualcuno. Buona parlantina, accento umbro, idee chiare un po’ su tutto: dopo il primo allenamento ieri alla Sas è stato presentato alla stampa insieme al nuovo preparatore, il ternano Roberto Stefanelli, e accanto al presidente gialloblu Vincenzo Camilli. Sabato sarà già in panchina per guidare la squadra nella difficile trasferta di Nuoro: “E di qui ad allora non dormirò – assicura Nofri – perché andremo a giocare sul campo di una squadra terza in classifica, che non ha mai perso. Abbiamo tre giorni per prepararci, e ce li dovremo far bastare. Anche perché gli alibi non esistono, bisogna tenerseli per se stessi e lavorare”.

Federico Nofri, 45 anni

Federico Nofri, 45 anni

Come inizio non c’è male. Di Nofri si sapeva già che fosse tra i migliori disponibili su piazza, al netto dei santoni alla Morgia, o di quelli abituati alla Lega Pro. Lui tra i professionisti non ha mai allenato, anche se è il suo traguardo: “Faccio questo lavoro da sette anni e l’obiettivo di vincere il campionato mi è sempre sfuggito. A Castel Rigone come a Foligno, quando c’era l’Arezzo a comandare. Ma anche Ancelotti arrivò tre volte secondo prima di vincere lo scudetto… Io preferisco comunque stare avanti, specialmente in D: qui vince una soltanto, il resto non conta, ed essere in testa dà parecchi vantaggi, psicologici e non solo. La classifica della Viterbese non è critica né disperata: scalare posizioni è un’impresa possibile, e speriamo di farlo in fretta”.

Alle solite domande sul modulo, sui giocatori, Nofri svicola senza fare un plissé: “Mi piace il 4-3-3, ma so cambiare quando serve, anche in corsa, e non tanto per farlo. A Foligno adottati il 4-3-1-2 per sfruttare al meglio i giocatori che avevamo, per dire. Un allenatore deve intervenire nella fase di non possesso palla e basta, perché quando si ha il pallone bisogna lasciar fare i giocatori, sennò si fa soltanto confusione. E io sono per parlare, comunicare. Chi conosco della rosa? Diversi elementi, perché li ho incontrati da avversario: Scardala, Dierna, Giannone… Come under c’è Pandolfi, che lo scorso anno ha ribato l’occhio a tutti, col Gualdo. Sugli under la penso così: se i sette grandi fanno il loro, siamo già a buon punto, i ragazzi possono migliorare tanto, e hanno questa grande opportunità di giocare al calcio da titolari, una chance che prima non c’era. Non resta che sfruttarla, no? E comunque, prima di giudicare i giocatori occorre tempo per valutarli, e questo si può fare soltanto tutti i giorni in allenamento: una partita non basta, solo nelle sedute quotidiane ti rendi conto delle potenzialità”.

Vincenzo Camilli è lì, e dice che il campionato della Viterbese può diventare un affare interessante: “Abbiamo tutto il tempo per sistemare le cose – sostiene il presidente – soprattutto perché quest’anno non c’è una Lupa che corre. La squadra sulla carta è di categoria superiore, ma con i nomi non si vincono gli scudetti, perciò tutti i giocatori debbono sentirsi sotto esame, ed essere consapevoli delle loro responsabilità. Detto questo, se al nostro mister servirà qualche ritocco noi siamo qua, non c’è problema”. Insomma: dopo gli investimenti estivi, la famiglia di Grotte di Castro è pronta a rilanciare, com’è nel suo stile. Nofri lo sa: “E’ un piacere lavorare con persone così disponibili e presenti, può essere solo uno stimolo in più per me. Dobbiamo far valere la nostra forza, trasformarla in energia sul campo”. Qualcuno, nello staff, confida: “Il nuovo tecnico saluta. Quello di prima non faceva neanche quello”. Sembra già un buon punto di partenza.

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