Buio, ma di quel buio buono, che non fa paura ma semmai suggestiona, emoziona. Musica soffusa, con la colonna sonora creata dal presidente di Historia, Alessandro Barelli, un passato di collaborazioni sonore con i grandi del genere prima di creare questa cosa qui. Occhiali anaglifici, una lente rossa e una blu, da inforcare per iniziare il viaggio. E poi via, attraverso la storia di un popolo, gli Etruschi, che sono i nostri antichi Egizi, o forse di più, visto che sfingi e cleopatre, mummie e faraoni, ormai hanno pure rotto un po’ i papiri. Etruschi in 3D è uno spettacolo, e Viterbopost – che ha avuto la fortuna di visitarla ieri pomeriggio in anteprima – è pronto a scommetterci un’oncia di terracotta, un’anfora di olio e un selfie esclusivo con il signor lucumone.
Alle 17 di questo pomeriggio verrà inaugurata la mostra che animerà l’ex chiesa degli Almadiani fino al 4 maggio prossimo (l’ingresso sarà sempre gratuito). E la sorpresa è già nella collocazione: pannelli e maxischermi, computer e tablet, rendono questo posto diverso, magico, come quelle scatole di trucchi che i bravi prestidigitatori non si dimenticano mai.
Una riproduzione enorme della tomba dei Leopardi di Tarquinia – quella coi flautisti che si trova in qualsiasi buon libro di storia sin dalle scuole elementari – accoglie il visitatore. Dentro c’è tutto il resto: la storia spiegata dalle immagini tridimensionali, e se non si indossano gli occhiali di cui sopra fa un’impressione strana, da ubriachi, persino leggere le didascalie. Qui le antiche teste, sguardo magnetico e orecchini d’oro, si animano e parlano. Qui gli oggetti e gli edifici del tempo che fu sono ologrammi da toccare, senza però toccarli realmente. Qui c’è Ati, la pulzella etrusca, che racconta i percorsi attraverso i territori e le città dell’Etruria, Experience Etruria. Qui si può persino andare in giro per le necropoli, piazzati davanti ad uno schermo di 24 metri quadri con il virtual tour (anche in inglese, che entro una settimana sarà disponibile anche per tutte le altre installazioni): una specie di Google street view che però ti fa camminare a Cerveteri, a Tarquinia, a Vulci, e a Chiusi, e si può scendere persino giù dentro le tombe, scoprendo persino le stanze chiuse al pubblico. E ancora: si possono vedere – sempre in tre dimensioni – gli archeologi al lavoro, si può giocare ad un puzzle virtuale, si può ammirare l’abitato dell’Acquarossa, che fisicamente è a due passi da qui.
Mentre si sistemano gli ultimi dettagli, si collegano gli schermi, si provano le luci, si vede che dietro alla mostra c’è un lavoro e uno studio di anni. La tecnologia d’altronde è inutile, se non si sa come usarla, dove metterla, e come renderla accessibile a tutti. Quelli di Historia – con la consulenza tecnica di Atd – l’hanno fatta girare già per mezza Europa. Ora Barelli, da viterbese, la porta a casa: “Una soddisfazione doppia – dice mentre controlla che tutto sia a posto – e speriamo che i viterbesi se la godano come è successo per gli svedesi a Stoccolma e i belgi a Bruxelles”. La vicesindaco Ciambella, che ha colto al volo l’occasione e l’ha abbinata al successo di Experience Etruria, aggiunge: “Forse ancora non ci rendiamo conto di quanto sia spettacolare questo evento. Abbiamo fatto un grande sforzo, anche insieme alla fondazione Carivit che non smetteremo mai di ringraziare, ma credo che i risultati, anche in termini di presenze, saranno all’altezza. Intanto per l’inaugurazione di domani (oggi, ndr) abbiamo invitato anche tutti i dirigenti scolastici della provincia: così potranno valutare di persona quanto sia utile portare in visita d’istruzione qui gli studenti, e poi magari andare a fare qualche escursione nei siti archeologici della zona”.
Prima di partire per altri lidi (Chiusi, Orvieto, Firenze, Barcellona), Etruschi in 3D è pronta ad incantare. Spegnete la luce, indossate gli occhiali e ci rivediamo al vostro ritorno nel 21esimo secolo.