Il derby della Tuscia. Una partita dalla tradizione recente, dalla rivalità quasi inesistente (soprattutto rispetto ad altre sfide) eppure dal pronostico incerto. Anche se sulla carta ci sarebbe pure una bella differenza tra le due squadre. Viterbese contro Flaminia, stadio Enrico Rocchi di Viterbo, ore 15: chi ci capisce è bravo, chi vince ancora di più.
Dice Piero Camilli, patron che appena venerdì ha presentato il nuovo staff dirigenziale (Vincenzo Minguzzi direttore sportivo, Massimo Racioppa direttore generale, Francesco Cusi team manager): “Vincere è l’unica cosa che conta, come non importa, anche con un fallo di mano al 95′. Voglio gente che non tiri mai indietro il piede, che nasconda la palla quando serve, che dia tutto”. Rafforza il concetto il suo allenatorte, Federico Nofri, all’esordio casalingo: “Tutti debbono sentirsi in gioco, e pronti a dare il massimo. A Nuoro siamo andati bene, ora bisogna cominciare a vincere”. Ma da quest’altra parte ci sarà una Flaminia tignosa, che non vuole già farsi risucchiare nel tritacarne salvezza, che è stuzzicata dal palcoscenico illustre del capoluogo. E motivata dagli ex, due in campo con Bricchetti squalificato: gli argentini Gay e Vegnaduzzo ci tengono particolarmente a fare bella figura, magari anche per far pentire Camilli di averli scaricati a suo tempo.
La Flaminia di Vigna non è quella di Puccica, può pagare dazio in fase difensiva, ma la Viterbese sarà davvero sbocciata come spera Nofri? “Di certo dobbiamo essere più prolifici davanti”, ripete il tecnico. Che oggi avrà a disposizione due attaccanti in più: sicuramente De Sena, forse anche Bernardo. In attesa dei rinforzi che arriveranno sicuramente a dicembre “per razionalizzare l’organico e migliorarlo”, come ha detto Minguzzi.
In passato, è stato il derby degli uomini. Di Puccica e Farris, certo, i due doppi ex ora emigrati su altre panchine. Ma anche di Boccolini, e di quel pallone smanacciato già dentro la porta, salvando comunque il gol: oggi Alessandro è da quest’altra parte, allenatore delle giovanili gialloblu. E ancora, il derby di Ambrosi, il derby di Vegnaduzzo appunto. Il derby del presidente Ciappici, che da anni mantiene vivo il calcio civitonico tra mille sacrifici, mentre quello viterbese, pure più ricco, non riesce a tornare grande.
Camilli, dal canto suo, è tornato al comando direttamente della società. Ha cambiato dirigenti e tecnico: “Voglio una società che funzioni – ha detto l’imprenditore di Grotte di Castro – A livello sportivo ma anche gestionale. La mia famiglia è qui, si è impegnata seriamente, è un campionato difficile, più difficile dell’anno scorso, ma vogliamo giocarcela fino alla fine”. E dopo la Flaminia ci sarà un altro derby affascinante, per ragioni diverse, in quel di Grosseto (i tifosi stanno già preparando il pullman). Quindi Trastevere e Olbia. Di qui ad un mese si capirà se la Viterbese può lanciare l’assalto alla vetta oppure se resterà intruppata nel traffico.
Per l’occasione debutterà al Rocchi la nuova rete a protezione dell’ingresso atleti, lato tribuna centrale: un accorgimento richiesto per ragioni di ordine pubblico e approntato da società e Comune nei giorni scorsi.